Tutte le luci spente:
quelle dei piroscafi come quelle delle strade,
i lumi da notte dei malati come i ceri da chiesa.
E le lampade, le poche, che ancora bruciano,
tremano di paura all'orizzonte.
In questo buio totale,
dove per noi si tratta di morire il meno possibile,
ritrovare a tentoni, umilmente, la forma delle cose eterne
sarà il nostro compito.
Ecco! Un coltello può uccidere o recidere corde.
Ecco! Un pezzo di pane, che si può comunque masticare.
Ecco! Un cadavere tanto più freddo, più pesante,
più tranquillo di come ci immaginavamo i morti.
Ecco! Questo non so che di profumato che mi si disfa tra le mani è una rosa…
E tutti i significati della rosa impallidiscono davanti alla realtà delle rose.
Marguerite Yourcenar,
"Carnet di appunti, 1942-1948", all'interno di "Pellegrina e straniera"
(Einaudi, 1990, traduzione di Elena Giovanelli)
(L'Osservatore Romano, 12 agosto 2025)
Nessun commento:
Posta un commento