giovedì, novembre 30, 2006

Incomincialo adesso

Fino a che uno non si compromette, c'è esitazione, possibilità di tornare indietro, e sempre inefficacia.
Rispetto ad ogni atto di iniziativa (e creazione) c'è solo una verità elementare, l'ignorarla uccide innumerevoli idee e splendidi piani.
Nel momento in cui uno si compromette definitivamente anche la provvidenza si muove.
Ogni sorta di cose accade per aiutare, cose che altrimenti non sarebbero mai accadute.
Una corrente di eventi ha inizio dalla decisione, facendo insorgere a nostro favore ogni sorta di incidenti imprevedibili, incontri e assistenza materiale, che nessuno avrebbe sognato potessero venire in questo modo.
Tutto quello che puoi fare, e sognare di poter fare, incomincialo.
Il coraggio ha in sé genio, potere e magia.
Incomincialo adesso. 
Goethe

mercoledì, novembre 29, 2006

L'abate Pelusio

Diceva l'abate di Pelusio che una vita senza parole è più vantaggiosa di
parole senza vita. C'è infatti chi trae utilità dal silenzio e
chi, gridando, disturba. Se invece parole e vita vanno insieme, realizzano
il bello di ogni filosofia.
     (detti dei padri del deserto)

martedì, novembre 28, 2006

Così tratto i miei amici

In un periodo in cui alle tribolazioni si sommavano tribolazioni, Santa Teresa d'Avila con la solita franchezza si lamentò presso il Signore che le rispose: - è così che tratto i miei amici - e lei - è per questo che ne avete così pochi -.

lunedì, novembre 27, 2006

Per un cristiano

Per un cristiano non esistono uomini estranei.

Il nostro prossimo è sempre colui

che abbiamo davanti in questo momento

e che ha bisogno di noi,

indipendentemente se ci è simpatico o no,

se è "moralmente degno" o no.

 

Edith Stein

giovedì, novembre 23, 2006

Se dividi il tuo pane

Se dividi il tuo pane con timore, 
senza fiducia, senza audacia,
il pane ti mancherà. 
Prova a dividerlo senza prevedere, 
senza calcolo, senza risparmio, 
come figlio del padrone 
di tutte le messi del mondo...

 

Helder Camara

lunedì, novembre 20, 2006

"Uciideteci ancora e sia finita!"

Primo comandamento
di tutti gli eserciti:
tu non avrai altra ragione
all'infuori della ragione
(impazzita)
di colui che ti manda.
I soldati devono solo uccidere
ed essere uccisi.
 
E poi sulla terra intera a innalzare
monumenti "Ai Caduti"!
così felici di essere caduti!
Ma provate a fissare quei corpi squarciati,
a fissare la loro smorfia ultima
sulle facce frantumate,
e quegli occhi che vi guardano.
Provate a udire nella notte
l'infinito e silenzioso urlo degli ossari:
"Uccideteci ancora e sia finita!"
(David Maria Turoldo)

venerdì, novembre 17, 2006

Profeti di un futuro non nostro

Ogni tanto ci aiuta il fare un passo indietro e vedere da lontano.
Il Regno non è solo oltre i nostri sforzi, è anche oltre le nostre visioni.
Nella nostra vita riusciamo a compiere solo una piccola parte
di quella meravigliosa impresa che è l'opera di Dio.
Niente di ciò che noi facciamo è completo.
Che è come dire che il Regno sta più in là di noi stessi.
Nessuna affermazione dice tutto quello che si può dire.
Nessuna preghiera esprime completamente la fede.
Nessun credo porta la perfezione.
Nessuna visita pastorale porta con sé tutte le soluzioni.
Nessun programma compie in pieno la missione della Chiesa.
Nessuna meta né obbiettivo raggiunge la completezza.
Di questo si tratta:
Noi piantiamo semi che un giorno nasceranno.
Noi innaffiamo semi già piantati, sapendo che altri li custodiranno.
Mettiamo le basi di qualcosa che si svilupperà.
Mettiamo il lievito che moltiplicherà le nostre capacità.
Non possiamo fare tutto,
però dà un senso di liberazione l'iniziarlo.
Ci dà la forza di fare qualcosa e di farlo bene.
Può rimanere incompleto, però è un inizio, il passo di un cammino.
Una opportunità perché la grazia di Dio entri e faccia il resto.
Può darsi che mai vedremo il suo compimento,
ma questa è la differenza tra il capomastro e il manovale.
Siamo manovali, non capomastri,
servitori, non messia.
Noi siamo profeti di un futuro che non ci appartiene.

 

(Oscar Arnulfo Romero)


giovedì, novembre 16, 2006

Se vuoi costruire...

Se vuoi costruire una nave non chiamare la gente che procura il legno, che prepara gli attrezzi necessari, non distribuire compiti, non organizzare il lavoro. Prima invece sveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato.
Appena si sarà svegliata in loro questa sete, gli uomini si metteranno subito al lavoro per costruire la nave.                                               
(Antoine de Saint-Exupéry)

mercoledì, novembre 15, 2006

Carità fraterna

Quando pratichiamo una carità che si arroga il diritto di essere materna, educatrice, rettificatrice, ci disancoriamo dalla terraferma della realtà: non siamo più fratelli.

Vicino a un non credente, la carità diventa evangelizzazione, ma questa evangelizzazione non può essere che fraterna.

Noi non andiamo ad offrire di condividere generosamente quel che sarebbe nostro, e cioè Dio.

Non andiamo come giusti in mezzo a peccatori, come gente in possesso di diploma in mezzo a gente incolta; noi andiamo a parlare di un Padre comune, conosciuto dagli uni, ignorato dagli altri; come perdonati, non come innocenti; come gente che ha avuto la fortuna di essere chiamata a credere, di ricevere la fede, ma di riceverla come un bene che non è nostro, ma che è stato depositato in noi per il mondo.

 

(Da "Noi delle strade" di Madeleine Delbrel - Gribaudi Editore, Milano, 1995)

martedì, novembre 14, 2006

OGNI ISTANTE

Ogni istante che Dio ti dona è un tesoro immenso.
Non buttarlo.
Non correre sempre, alla ricerca di chissà quale domani.
Vivi meglio che puoi, pensa meglio che puoi e fai del tuo meglio oggi.
Perché l'oggi sarà presto il domani e il domani sarà presto l'eterno".
 
P. Gouthey

venerdì, novembre 10, 2006

Laicità

I cristiani non rinneghino nulla del Vangelo, ma restino in mezzo agli altri uomini con simpatia,
senza separarsi da loro, solidali, tesi a costruire insieme una città più umana.
Cristiani che sappiano vivere come amici di tutti gli uomini,
senza cadere preda dell'angoscia o della paura d'essere minoranza,
vero lievito e sale nella pasta del mondo:
così, nell'incontro del cristiano con chi cristiano non è,
entrambi potranno esclamare: "Mai l'uno senza l'altro".

(Lettera a Diogneto, II secolo – citata da Enzo Bianchi ne "La differenza cristiana" Einaudi 2006)

VOGLIO CREDERE

Non credo
al diritto dei più forti,
al linguaggio delle armi,
alla potenza dei potenti.

Voglio credere
ai diritti dell'uomo,
alla mano aperta,
alla potenza dei non-violenti.

Non credo alla razza o alla ricchezza,
ai privilegi, all'ordine della forza e dell'ingiustizia:
è un disordine.
Non credo di potermi disinteressare
a ciò che accade lontano da qui.

Voglio credere che il mondo intero
è la mia casa e il campo nel quale semino,
e che tutti mietono ciò che tutti hanno seminato.

Non credo
di poter combattere altrove l'oppressione,
se tollero l'ingiustizia qui.

Voglio credere che il diritto è uno,
tanto qui che altrove,
che non sono libero finché un solo uomo è schiavo.

Non credo che la guerra e la fame siano inevitabili
e la pace irraggiungibile.

Voglio credere all'azione semplice,
all'amore a mani nude,
alla pace sulla terra.

Non credo che ogni sofferenza sia vana.
Non credo che il sogno degli uomini resterà un sogno
e che la morte sarà la fine.

Oso credere invece, sempre e nonostante tutto,
all'uomo nuovo.
Oso credere al tuo sogno, o Dio,
un cielo nuovo, una terra nuova dove abiterà la giustizia.

 Dorothee Solle, teologa protestante


giovedì, novembre 09, 2006

DIVERSITA'

È qualcosa o qualcuno che non fanno parte del nostro mondo personale. Ma vi ruotano attorno, vicino.

La diversità può generare complementarietà, collaborazione, sussidiarietà, armonia, pace.

Chi non ha una percezione equilibrata della propria identità, di fronte alla diversità fugge o si finge indifferente.

Spesso la diversità è fonte di concorrenza, contrapposizione, avversità e guerra.

Il rispetto della diversità non annulla la verità ma – secondo il detto di S.Paolo – la costruisce nella carità.

(p. Angelo Grande OAD)

mercoledì, novembre 08, 2006

LAICITA'

I cristiani non rinneghino nulla del Vangelo, ma restino in mezzo agli altri uomini con simpatia,
senza separarsi da loro, solidali, tesi a costruire insieme una città più umana.
Cristiani che sappiano vivere come amici di tutti gli uomini,
senza cadere preda dell'angoscia o della paura d'essere minoranza,
vero lievito e sale nella pasta del mondo:
così, nell'incontro del cristiano con chi cristiano non è,
entrambi potranno esclamare: "Mai l'uno senza l'altro".

(Lettera a Diogneto, II secolo – citata da Enzo Bianchi ne "La differenza cristiana" Einaudi 2006)

martedì, novembre 07, 2006

Realizzare la propria umanità

"La realizzazione della propria umanità: questo è il solo scopo della vita che siamo chiamati ad essere, questa umanità di Dio, che è, appunto, il sogno di Dio. Ecco. Magari fosse possibile dire: sono arrivato! Ma non sono arrivato mai. E il progresso, il benessere, l'"essere bene" non sta nei possedimenti o nei libri o nelle cariche; sta in questa umanità realizzata giorno per giorno. E anzi se un giorno va male non scoraggiarsi perché la faremo andare bene oggi. Questa è la ragione della vita, tanto più la ragione del credere e del pregare".     (David Maria Turoldo)

lunedì, novembre 06, 2006

Siete lì?

Oggi fra i giovani del mondo, Gesù vive la propria passione nei giovani sofferenti, affamati, handicappati... in quel bambino che mangia un pezzo di pane, briciola dopo briciola, perché sa che, quando quel tozzo di pane sarà finito, non ce ne sarà più e avrà di nuovo fame.
Ecco una stazione della Via Crucis. Siete lì con quel bambino?
E quelle migliaia che muoiono, non solo per un tozzo di pane, ma per un po' d'amore, di considerazione...
Ecco una stazione della Via Crucis. Siete lì?
E quando i giovani cadono, come Gesù è caduto più e più volte per noi, noi siamo lì come Simone il Cireneo, a risollevarli, a prendere su di noi la croce? I barboni, gli alcolizzati, i senzatetto vi guardano. Non siate come quelli che guardano senza vedere. Guardate e vedete.
Possiamo iniziare a percorrere la Via Crucis, passo dopo passo, con gioia.
Gesù si è fatto pane della vita per noi. Abbiamo Gesù, sotto forma di pane della vita a darci forza.

 

Madre Teresa, ai giovani durante un Congresso Eucaristico

venerdì, novembre 03, 2006

SE (IF)

Se riesci a conservare il controllo quando tutti
intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
o se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
o se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
e tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo da saggio.

Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
e trattare allo stesso modo questi due impostori;
se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui,
o a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, distrutte,
e sai umiliarti a ricostruirle con strumenti logori.

Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
e rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
e perdere e ricominciare di nuovo dal principio
e non dire una parola sulla perdita;
se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
a servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
e a resistere quando in te non resta altro
tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".

Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
e a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
se riesci a occupare il minuto inesorabile
dando valore a ogni minuto che passa,
tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
e - quel che più conta - sei un Uomo, figlio mio!

(Rudyard Kipling)  

giovedì, novembre 02, 2006

Cristiani

I cristiani farebbero bene ad essere più cristiani.
Quello che il mondo reclama non è solo dei credenti ma dei credibili. Nell'amore.
(Abbé Pierre)

mercoledì, novembre 01, 2006

L'indifferenza

«É pericoloso vivere nel mondo non a causa di chi fa del male ma a causa di chi guarda e lascia fare» (Albert Einstein)