giovedì, gennaio 31, 2019

Che sia l'amore

Che sia l'amore tutto ciò che esiste

È ciò che noi sappiamo dell'amore;

E può bastare che il suo peso sia

Uguale al solco che lascia nel cuore.

Emily Dickinson


mercoledì, gennaio 30, 2019

Donne come Madonne

Le donne coraggiose sono come la Madonna. Queste donne che portano avanti la famiglia, queste donne che portano avanti l'educazione dei figli, che affrontano tante avversità, tanto dolore, che curano gli ammalati... Sono coraggiose: si alzano e servono, servono. Il servizio è segno cristiano. Papa Francesco


martedì, gennaio 29, 2019

Conservatori e progressisti

I conservatori confondono con frequenza la tradizione con le tradizioni, e i progressisti la libertà con l'anarchia. Oscar Romero


lunedì, gennaio 28, 2019

Persone concrete

Ciò che proponiamo qui è un liberalismo concreto. Intendo con ciò che tutte le persone che collaborano col loro lavoro alla grandezza di un paese hanno pieni diritti di cittadinanza in questo paese. Ciò che dà loro questo diritto non è il possesso di una problematica ed astratta "natura umana", ma la loro partecipazione attiva alla società. Ciò significa dunque che gli ebrei, come gli arabi o i neri, dal momento che sono associati all'impresa nazionale hanno il diritto di interloquire sul suo funzionamento; sono cittadini. Ma hanno questi diritti a titolo di ebrei, neri o arabi, cioè come persone concrete.

 Jean-Paul Sartre, "Réflexions sur la question iuive" http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaS/sartreantisemitis7436fd.htm


 

 

 

 

 

 

sabato, gennaio 26, 2019

L'antisemita

L'antisemita ha paura di scoprire che il mondo è fatto male: perché allora bisognerebbe inventare, modificare e l'uomo si ritroverebbe padrone dei propri destini, provvisto di una responsabilità angosciosa e infinita. Perciò localizza nell'ebreo tutto il male dell'universo. […] È un uomo che ha paura. Non degli ebrei, certamente: ma di sé stesso, della sua coscienza, della sua libertà, dei suoi istinti, delle sue responsabilità, della solitudine, del cambiamento della società e del mondo; di tutto meno che degli ebrei. È un codardo che non vuol confessarsi la sua viltà; un assassino che rimuove e censura la sua tendenza al delitto senza poterla frenare e che pertanto non osa uccidere altro che in effigie o nascosto dall'anonimato di una folla: uno scontento che non osa rivoltarsi per paura della sua rivolta. […] L'ebreo è qui solo un pretesto: altrove ci si servirà del negro, o del giallo. Jean-Paul Sartre, "Réflexions sur la question iuive" http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaS/sartreantisemitis7436fd.htm


 

venerdì, gennaio 25, 2019

Schiavi di sé stessi

Mi hanno donato un libro – forse perché non sono capace, ma neppure lo voglio, di nascondere gli anni evidenziati dalle rughe del mio volto - un libro che insegna a valorizzare il tempo capace, col passare degli anni e dei decenni, di traghettarci alla saggezza che rende matura e serena la vita.

Leggendolo vi trovo riflessioni e consigli quanto mai opportuni. Viene evidenziato come quando si è giovani ci si preoccupa giustamente del futuro e lo si insegue anche a costo di adattamenti, di rinunce o addirittura di compromessi.

L'età matura, al contrario, costringe a concentrarsi su sé stessi e a gestirsi con quanto si tiene nelle mani. È inconcludente e devastante ostinarsi - anche a rischio di cadere nel ridicolo - a seguire atteggiamenti e mode esclusive dei giovani e tentare così di trattenere o almeno di prolungare la giovinezza comunemente considerata l'età migliore.  

In realtà è l'età che avanza che permette di riscoprire e   mettere a frutto il tesoro della propria personalità, liberandola dai condizionamenti, a volte negativi, imposti dalle persone e dai contesti del quotidiano. Da qui il consiglio a guardarsi dentro con in propri occhi e a lavorare alla realizzazione delle proprie aspettative, indifferenti alle attese ed ai giudizi degli altri.

In effetti questo ragionamento è convalidato dalla esperienza, infatti la felice soluzione delle difficoltà dipende in buona parte dallo stato d'animo con cui si affrontano.

Proseguendo nella lettura del libro, però, si fa strada in me qualche riserva e perplessità. Pare si dia per scontato che nella miniera che siamo invitati ad esplorare vi sia solo "oro colato" o diamanti già finemente lavorati e trasformati in preziosi monili. Sembra di leggere che il proprio carattere, il proprio sentire, il proprio io   debbano difendersi o riscattarsi solo da ogni confronto con il mondo esterno e con Dio stesso.

Sebbene a volte le relazioni con gli altri e con l'Altro, perché condizionate da formalismo e superficialità, abbiano prodotto effetti negativi, sarebbe desolante eliminarle dal nostro crescere.

Essere liberi non equivale ad essere indipendenti!

È stata questa la tentazione cui ha ceduto l'Adamo della Bibbia il quale ha preteso di erigersi a misura del bene e del male sganciandosi da ogni riferimento considerato umiliante dipendenza. 

L'esperienza e la fede, al contrario, mi confermano che chi si sente libero solo perché totalmente indipendente dagli altri e da Dio, rischia di ritrovarsi schiavo. Schiavo di sé stesso. Fra' Angelo


giovedì, gennaio 24, 2019

Con il cuore

Le cose più belle del mondo non possono essere viste e nemmeno toccate. Bisogna sentirle con il cuore. Helen Keller


mercoledì, gennaio 23, 2019

L'ospitalità

L'ospitalità consiste nel lasciare entrare l'altro nella propria casa o entrare a nostra volta nella sua. La comunicazione si fa con dei gesti, meno espliciti delle parole, ma anche meno ambigui. Offrire da bere e da mangiare a uno straniero, oppure ospitarlo in casa, sono gesti che la dicono lunga sul rispetto che gli si porta. Pierre de Béthune

martedì, gennaio 22, 2019

Allontana da me

Allontana da me la mormorazione, ruscello di fango e di acque corrotte; la maldicenza, che, dicendo il male, lo dilata; la calunnia, che perverte e uccide.

Norberto, vescovo


 

lunedì, gennaio 21, 2019

Libertà

La libertà è libertà, e non uguaglianza o correttezza o giustizia o felicità umana o serenità d'animo. Isaiah Berlin, citato da Mattia Feltri, La Stampa 19/1/2019


sabato, gennaio 19, 2019

Pregare

A me piacciono le religiose e i religiosi contemplativi. Pregano per quelli che non sanno pregare, che non hanno il tempo, o pensano di non averne per pregare; pregano anche per quelli che non vogliono pregare, perché non conoscono il Signore. Ah! Dovessero conoscere il Signore, sarebbero i primi a farlo! Penso spesso che, se c'è - e c'è davvero - una speranza per il mondo, noi lo dobbiamo a tutti quelli e a tutte quelle che, nella solitudine, pregano a nome di tutti noi. Helder Camara


martedì, gennaio 15, 2019

La collera

Non ci si arrabbia con coloro che si ama: la collera, l'irritazione, la gelosia sono figlie dell'amore di sé, non dell'amore per il prossimo. Sono sentimenti che si provano spesso, si dice, in quello che chiamiamo amore per il mondo, ma questo amore non è affatto amore per gli altri, quanto piuttosto quasi sempre amore per sé. Charles de Foucauld

venerdì, gennaio 11, 2019

L'anima più debole

Mi sembra che l'anima più debole, perfino la più colpevole, sia quella che ha più motivi per sperare. Elisabetta della Trinità

mercoledì, gennaio 09, 2019

Preoccupazioni

Esamina spesso la causa delle tue preoccupazioni e delle tue inquietudini. Se il Signore dovesse chiamarti all'improvviso, come giudicheresti il problema che ti assorbe? Gerlach Peters

lunedì, gennaio 07, 2019

Temete almeno gli Dei

Qui, in pochi, nuotammo alle vostre spiagge.
Che razza di uomini è questa?

O quale patria così barbara permette simile usanza?

Ci negano il rifugio della sabbia;

dichiarano guerra e ci vietano di fermarci sulla terra più vicina. 
Se disprezzate il genere umano e le armi degli uomini,

temete almeno gli Dei, memori del bene e del male.

Virgilio, Eneide I 538-543

Huc pauci vestris adnavimus oris.
Quod genus hoc hominum?
Quaeve hunc tam barbara morem permittit patria?
Hospitio prohibemur harenae; bella cient primaque vetant consistere terra.
Si genus humanum et mortalia temnitis arma, at sperate deos memores fandi atque nefandi.

domenica, gennaio 06, 2019

Passate le feste...

Può succedere che le feste, anche quelle religiose, perdano in armonia e serenità - a causa di assenze, preoccupazioni, inviti non ricevuti od omessi, ed anche spese vere e proprie - a scapito del divertimento inteso e programmato come evasione e fuga dal quotidiano. Ma non bastano, per fare festa, l'allegria e il divertimento perché l'elemento essenziale della festa è il ricordo e la celebrazione - cioè la memoria - di un evento gioioso capace ancora di generare gioia e, conseguentemente, allegria e divertimento.

Con la fine delle festività natalizie scompaiono i segni della festa. Auguriamoci di custodire ed accrescere i motivi e i frutti di quella gioia nata con l'annuncio degli angeli sulla grotta di Betlemme in occasione di un Natale veramente speciale! Fra' Angelo