Non riporta in vita i morti,
ma restituisce i loro nomi,
i loro volti e i piccoli sogni a loro rubati.
In un mondo che cerca di cancellare i palestinesi,
la poesia emerge per rimodellarli come esseri umani.
La poesia da sola non basta, ma è essenziale.
È il filo sottile tra l'oblio e il ricordo,
tra la resa e la resistenza.
È la testimonianza che non può essere cancellata,
anche se i massacri continuano
e le case crollano sui loro abitanti.
La poesia non salva le anime,
ma le rende immortali.
Hend Joudah
"Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza" (Fazi editore, pagg. 156, € 12)
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