giovedì, novembre 14, 2024

Sull'Oceano

Quando arrivai, verso sera, l'imbarco degli emigranti era già cominciato da un'ora,
e il Galileo, congiunto alla calata da un piccolo ponte mobile, continuava a insaccar miseria:
una processione interminabile di gente che usciva a gruppi dall'edilizio dirimpetto, dove un delegato della Questura esaminava i passaporti.
La maggior parte, avendo passato una o due notti all'aria aperta, accucciati come cani per le strade di Genova, erano stanchi e pieni di sonno.

Operai, contadini, donne con bambini alla mammella,
ragazzetti che avevano ancora attaccata al petto la piastrina di latta dell'asilo infantile,
passavano, portando quasi tutti una seggiola pieghevole sotto il braccio, sacche e valige d'ogni forma alla mano o sul capo,
bracciate di materassi e di coperte, e il biglietto col numero della cuccetta stretto fra le labbra.
Delle povere donne che avevano un bambino da ciascuna mano, reggevano i loro grossi fagotti coi denti;
delle vecchie contadine in zoccoli, alzando la gonnella per non inciampare nelle traversine del ponte,
mostravano le gambe nude e stecchite; molti erano scalzi, e portavan le scarpe appese al collo.

Di tratto in tratto passavano tra quella miseria
signori vestiti di spolverine eleganti, preti,
signore con grandi cappelli piumati,
che tenevano in mano o un cagnolino,
o una cappelliera...

Dopo di che la sfilata degli emigranti ricominciava:
visi e vestiti d'ogni parte d'Italia, robusti lavoratori dagli occhi tristi,
vecchi cenciosi e sporchi, donne gravide, ragazze allegre, giovanotti brilli.
villani in maniche di camicia, e ragazzi dietro ragazzi che,
messo appena il piede in coperta, in mezzo a quella confusione di passeggeri,
di camerieri, d'ufficiali, d'impiegati della Società e di guardie di dogana, rimanevano attoniti,
o si smarrivano come in una piazza affollata.

Due ore dopo che era cominciato l'imbarco,
il grande piroscafo, sempre immobile,
come un cetaceo enorme che addentasse la riva,
succhiava ancora sangue italiano.

Edmondo De Amicis, "Sull'oceano" 1889


Tratto da "Nonni do Brasil", racconti di emigranti italiani, a cura di Oliviero Pluviano

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