martedì, novembre 12, 2024

Figli

Perché non si fanno più figli?
La domanda è malposta e va ribaltata:
perché si fanno figli?
Si fanno i figli per amore, si dice,
ma amore verso chi?
Si pensa alle relazioni uno a uno,
ma riguarda la relazione io-mondo.
E se non si può "amare il mondo" in astratto,
occorre un volto, una persona concreta,
che si vede nascere e crescere.
Proprio nell'amore generazionale oltre che generativo
c'è la cura della storia.
E allora: perché non si fanno più figli?
La mia risposta: perché non siamo più
connessi con la storia,
non amiamo più
la storicità della nostra esistenza;
più che simboli viventi,
come diceva Padre Vidal,
siamo simulacri senza storia.


Marco Maio, Il Secolo XIX

lunedì, novembre 11, 2024

L'attenzione

L'attenzione
consiste nel sospendere il proprio pensiero,
nel lasciarlo disponibile,
vuoto e permeabile all'oggetto,
nel mantenere in se stessi,
in prossimità del pensiero ma a un livello inferiore,
e senza che vi sia contatto,
le diverse conoscenze acquisite
che si è costretti a utilizzare.
E soprattutto il pensiero deve essere vuoto,
in attesa, non deve cercare alcunché,
ma essere pronto ad accogliere
nella sua nuda verità
l'oggetto che sta per penetrarvi.


Simone Weil, "Attesa di Dio" (Adelphi)

domenica, novembre 10, 2024

versetto 32

Chiunque uccida un uomo,
sarà come se avesse ucciso l'umanità intera.
E chi ne abbia salvato uno,
sarà come se avesse salvato tutta l'umanità.


Versetto 32 della sura V del Corano
Younis Tawfik, "L'Isis raccontato da mia madre" (Oligo, pagine 172, euro 16,00)

sabato, novembre 09, 2024

domande

  Il motivo per cui non risponderanno mai alla domanda
"Come è possibile che sia accaduto?"
è che è una domanda malposta.
Data l'umanità
la domanda è
"Perché non accade più spesso".

Woody Allen, "Hannah e le sue sorelle"

venerdì, novembre 08, 2024

Cosa diavolo...

Dentro una persona anziana

c'è una persona più giovane

che si sta chiedendo

cosa diavolo sia successo.

 

Terry Pratchett

giovedì, novembre 07, 2024

Ribelle

Da giovane sono stato ribelle

e ora continuo ad esserlo.

Infatti, non ho voglia di protestare per tutto

senza dare una soluzione positiva,

non ho voglia di riempire di disordine la vita.

Mi ribello contro tutto questo!

Voglio comportarmi come un uomo che sa

di avere un destino eterno e inoltre

passare per la vita facendo il bene

che è in mio potere fare,

comprendendo,

scusando,

perdonando,

convivendo...

Questa è la mia ribellione!

Sicché oggi sono più ribelle di chiunque altro.

Tu sii molto ribelle, che non è male...


Josemarìa Escrivà

mercoledì, novembre 06, 2024

martedì, novembre 05, 2024

I nomi delle strade

Le strade sono

tutte di Mazzini, di Garibaldi,

son dei papi,

di quelli che scrivono,

che danno degli ordini, che fanno la guerra.

E mai che ti capiti di vedere

via di uno che faceva i berretti

via di uno che stava sotto un ciliegio

via di uno che non ha fatto niente

perché andava a spasso

sopra una cavalla.

E pensare che il mondo

è fatto di gente come me

che mangia il radicchio

alla finestra

contenta di stare, d'estate,

a piedi nudi.

 

Nino Pedretti, "I nomi delle strade"

(citato da Nicola Bultrini, L'Osservatore Romano)

lunedì, novembre 04, 2024

Vittorie e sconfitte

Vincere e perdere

sono due verbi che sembrano opporsi tra loro:

a tutti piace vincere e a nessuno piace perdere.

La vittoria contiene un brivido

che è persino difficile da descrivere,

ma anche la sconfitta ha qualcosa di meraviglioso.

Per chi è abituato a vincere,

la tentazione di sentirsi invincibili è forte:

la vittoria, a volte, può rendere arroganti

e condurre a pensarsi arrivati.

La sconfitta, invece, favorisce la meditazione:

ci si chiede il perché della sconfitta,

si fa un esame di coscienza,

si analizza il lavoro fatto.

Ecco perché, da certe sconfitte,

nascono delle bellissime vittorie:

perché, individuato lo sbaglio,

si accende la sete del riscatto.

Mi verrebbe da dire che chi vince

non sa che cosa si perde.

Non è solo un gioco di parole:

chiedetelo ai poveri.


Papa Francesco, gennaio del 2021, intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport

 

 

domenica, novembre 03, 2024

Preghiera

Spesso la nostra preghiera

è banale, annoiata

perché di fatto non c'è dentro

l'intuizione della bellezza,

non sappiamo cosa chiedere,

non vediamo neanche cosa sia necessario.

E allora giù a far preghiere, liturgie e riti

senza sapere neanche perché,

giusto per fare il proprio dovere

e aver pagato la tassa a Dio.

Fa bene chiedersi:

e io come cerco il Signore?

E per che cosa lo cerco?

 

Missionari della via

sabato, novembre 02, 2024

Al di là della notte

Noi umani non ci rendiamo conto

del coraggio che abbiamo salutando i morti;

della speranza che nutriamo

congedandoci dai morti;

siamo come i genitori

che danno la "Buonanotte" ai loro bambini.

Salutando i morti,

gettiamo il cuore al di là della notte,

oltre la morte.

 

Giovanni Cesare Pagazzi "Cosa può un saluto?" (San Paolo, 2024)

 

venerdì, novembre 01, 2024

Forse i defunti...

Forse in cielo i defunti si vantano di come sono morti:

- Io sono morto d'influenza.

- E io di raffreddore.

- E io non so più di che, perchè spesso

   si muore non di ciò di cui ci si ammala.

- A me il cuore ha cessato di battere.

- E a me ha dato un calcio un cavallo.

- E io sono volato dalla finestra.

- Ho inghiottito un ago.

- Sono stato soffocato da un cetriolo.

- Sono morto, perché non avevo la medicina.

- E io sono morto, perché avevo troppe medicine.

- Mi sono sbagliato e mi hanno avvelenato i funghi.

- E io perché giocavo coi fiammiferi ed è bruciata la casa.

- E io neanche mi sono accorto di essere morto.

Tutti però ammutiscono quando giunge Padre Massimiliano Kolbe,

delegato all'inferno come Angelo Custode,

Padre Kolbe che nemmeno al buio

ha perso la luminosità del volto, e dice:

- E io sono morto perché non mi curavo di me, ma degli altri.

 

Jan Twardowski