domenica, aprile 17, 2022

La speranza

Ma la speranza, dice Dio, ecco quello che mi stupisce.

Me stesso.

Questo è stupefacente.

Che quei poveri figli vedano come

vanno le cose e che credano

che andrà meglio domattina.

Che vedano come vanno le cose oggi

e che credano che andrà

meglio domattina.

Questo è stupefacente ed è proprio la

più grande meraviglia

della nostra grazia.

E io stesso ne sono stupito.

E bisogna che la mia grazia sia in effetti di una forza incredibile.

E che sgorghi da una fonte e come

un fiume inesauribile.

Da quella prima volta che sgorgò e

da sempre che sgorga.

Perché le mie tre virtù, dice Dio.

Le tre virtù mie creature.

Sono esse stesse come le mie altre

creature .

Della razza degli uomini.

La Fede è una Sposa fedele.

La Carità è una Madre.

La Speranza è una bambina da nulla.

Che è venuta al mondo il giorno di

Natale dell'anno scorso.

Che gioca ancora con babbo Gennaio.

Eppure è questa bambina che traverserà i mondi.

Questa bambina da nulla.

Lei sola, portando le altre, che traverserà i mondi compiuti.

Come la stella ha guidato i tre re fin

dal fondo dell'Oriente.

Verso la culla di mio figlio.

Così una fiamma tremante.

Lei sola guiderà le Virtù e i Mondi.

Una fiamma bucherà delle tenebre

eterne…

La piccola speranza avanza tra le sue

due sorelle grandi

e non si nota neanche…

E non si fa attenzione, il popolo cristiano non fa attenzione

che alle due sorelle grandi.

La prima e l'ultima.

E non vede quasi quella che è in

mezzo.

La piccola, quella che va ancora a

scuola.

E che cammina.

Persa nelle gonne delle sue sorelle.

E crede volentieri che siano le due

grandi che tirino la piccola per la mano.

In mezzo.

Tra loro due.

Per farle fare quella strada accidentata della salvezza.

Ciechi che sono che non vedono invece

Che è lei nel mezzo che si tira dietro

le sue sorelle grandi.

E che senza di lei loro non sarebbero

nulla.

Se non due donne già anziane.

Due donne di una certa età.

Sciupate dalla vita.

È lei, quella piccina, che trascina tutto.

Perché la Fede non vede che quello

che è.

E lei vede quello che sarà.

La Carità non ama che quello che è.

E lei, lei ama quello che sarà.

Dio ci ha fatto speranza. Ha cominciato. Ha sperato che l'ultimo dei

peccatori,

Che il più infimo dei peccatori lavorasse almeno un po' alla sua salvezza,

Sia pure poco, poveramente,

Che se ne sarebbe occupato un po'.

Lui ha sperato in noi, sarà detto che

noi non spereremo in lui?

Dio ha posto la sua speranza, la sua

povera speranza in ognuno di noi,

nel più infimo dei peccatori. Sarà

detto che noi infimi, che noi peccatori, saremo noi che non porremo la

nostra speranza in lui?

Dio ci ha affidato suo figlio, ahimé,

ahimè. Dio ci ha affidato la nostra

salvezza, la cura della nostra salvezza. Ha fatto dipendere da noi e suo

Figlio e la nostra salvezza, e anche la

sua speranza stessa; e noi non riporremo la nostra speranza in lui?

Da «Il portico del mistero della seconda virtù» di Charles Péguy (2011).

L'Osservatore Romano, 16 aprile 2022

Nessun commento: