martedì, dicembre 16, 2025

occhio per occhio

Nell'aprile del 2014, nella città di Noshahr,

Balal Abdullah, condannato a morte per aver ucciso il figlio di Samereh durante una rissa,

era in attesa dell'esecuzione per impiccagione.

Il diritto islamico del Qisas (occhio per occhio)

concedeva alla famiglia della vittima l'ultima parola:

la madre, in un attimo di potere assoluto,

avrebbe potuto spingere via lo sgabello sotto i piedi del condannato.

Mentre Balal, con il cappio al collo, piangeva e implorava pietà,

Samereh Alinejad si è avvicinata.

Non ha spinto Balal verso la morte,

né ha offerto un perdono silenzioso.

In un gesto che ha catturato il mondo intero,

lo ha schiaffeggiato in volto.

Un attimo di umana, viscerale rabbia, l'ultimo grido del Dolore.

Subito dopo, però, il suo gesto si è elevato a un livello di saggezza inarrivabile:

lei e suo marito hanno tolto il cappio dal collo del giovane, liberandolo.

Samereh aveva esercitato il suo diritto alla vendetta,

ma lo aveva fatto a modo suo: non con la morte,

ma con un atto di ammonimento e perdono eterno.


Shahrzad Houshmand Zadeh (Donne Chiesa Mondo, dicembre 2025)

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