venerdì, maggio 10, 2024

Frammento del mio testamento

Non voglio che tu divenga il ludibrio del mondo.

Ti lascio lo stesso sole che mi

ha lasciato mio padre.

Le stelle brilleranno le stesse

e le notti le stesse

ti chiameranno a un dolce

sonno,

il mare ti riempirà di sogni.

Ti lascio

il mio sorriso amaro perché

tu lo dissipi,

solo non mi tradire. Oggi il

mondo

è povero. Ha sanguinato

molto questo mondo

ed è rimasto povero. Diventa

ricco

guadagnando l'amore del

mondo.

Ti lascio la battaglia terminata a metà

e la mia arma con la canna fumante.

Non appenderla al muro. Il

mondo ne ha bisogno.

Ti lascio il mio lamento. Tanto dolore

guadagnato nelle battaglie

del mio tempo,

ricorda. Ti lascio questo comando.

Ricordare vuol dire non morire.

Non dire che sono indegno,

che la disperazione mi ha portato

avanti

e che sono rimasto indietro in trincea. Ah, ho gridato

mille volte no, ma soffiava tanto

vento, pioggia

e grandine hanno sepolto la mia

voce. Ti lascio

la mia storia scritta con la mano

di una qualche speranza. Finiscila

tu.

Ti lascio le statue degli eroi

con le mani mozze, bambini che

non sono riusciti

a prendere una modesta forma

d'uomo,

madri abbrunate, giovani disonorate.

Ti lascio di Belsen e di Auschwitz il

ricordo.

Tu non tardare a diventare grande.

Nutri bene

il tuo tenero cuore con la carne

della pace del mondo ragazzo, ragazzo.

Impara, centinaia di migliaia di

tuoi fratelli innocenti

sono periti subito nelle fredde nevi

in una fossa comune e negletta.

E li chiamano nemici, oh, i nemici

dell'odio.

Ti lascio l'indirizzo della tomba

perché tu legga il mio epigramma.

Ti lascio gli accampamenti della

città

tra prigionieri che dicono

sempre di sì ma dentro di loro ruggisce

il no schiavo dei liberi

Sono anch'io uno di quelli

che di fuori dicono

il sì della necessità, ma dentro di me nutro il no.

È così che è andato il mio

tempo. Volgi

il tuo dolce sguardo al nostro

disgraziato tramonto.

Il pane è fatto pietra, l'acqua

fango

e la verità è un uccello senza

canto.

Questo ti lascio. Io ho trovato il coraggio

di essere fiero. Provati a vivere

Salta tu stesso l'ostacolo per

essere libero.

Aspetto che tu me lo dica.

Questo ti lascio.

 

Poesia di Kriton Athanasulis tratta dalla raccolta «Dyo anthropoi mes mou» («Due uomini dentro di me», Atene, 1957). Traduzione di Lucio Coco, L'Osservatore Romano, 16 aprile 2024

 

 

 

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