martedì, maggio 19, 2009

A proposito di clandestini

[...] Nessuno pretende che il più grande comandamento del cristianesimo – ama il prossimo tuo – possa essere compreso e vissuto universalmente, in questa affluent e fatua società del jet set e del "Grande Fratello". Ma è opportuno che qualcuno ricordi alle comunità cristiane e sopratutto ai politici che hanno inneggiato al "respingimento" dei profughi, e che al primo accenno alle cellule staminali o alle unioni civili sbandierano una inossidabile religiosità, qualche concetto che sembra caduto nell'oblio. Come dicevano Giovanni e Pietro nelle loro Lettere: Deus caritas est. Senza retorica, sarebbe forse utile che certi nostri parlamentari provassero a rivalutare le loro decisioni ricorrendo ad un personaggio da loro stessi celebrato, Madre Teresa, che così definiva l'unico vero significato della nostra esistenza: "Combattere perché si riconosca Cristo in ogni uomo, arrivare a Dio amando le sue creature". Ci riflettano un momento in silenzio. Dopo, solo dopo, riprendano pure le loro interviste sulla "svolta storica" ecc.   Massimo Gerosa – Avvenire 14 mag 2009 – pag. 35


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