Noi siamo poco incarnati. Non possiamo comprendere l'Incarnazione di Dio se, a nostra volta, noi non siamo incarnati nel nostro corpo. Penso che la nostra società soffra un deficit nella comprensione del corpo, nell'accettazione della piena unità dell'umano in spirito e corpo. Una grande filosofa della scienza ad Oxford ha scritto che tutte le tentazioni della nostra cultura occidentale vengono dalla paura del corpo. Dalla classicità greca, al manicheismo, al neoplatonismo, a Cartesio si è sempre enfatizzato il concetto per cui l'umano si risolva nella sua mente, e quindi la tentazione del dualismo tra anima e corpo. Credo, dunque, che una grande sfida per i cristiani oggi, non sia soltanto quella di adeguarsi ad un mondo e a un uomo che cambiano, ma soprattutto indirizzare l'uomo di oggi ad una più completa comprensione di se stesso. Anche della sua corporeità. Oggi il nostro mondo appare malato soprattutto sul versante della corporeità, che è al centro di tutti i nostri discorsi, pensate alle malattie dell'alimentazione, alle cure palliative del fine vita, al dominio della fitness, alla rimozione della morte corporale. E la nostra dottrina ha molto da dire sul corpo. Anzi è fondata sul corpo. Sul dono di Gesù espresso con le parole: «Questo è il mio corpo dato per voi». La resurrezione del corpo. La cura e la salvezza che passa attraverso il corpo. Eppure siamo molto spesso riluttanti ad annunciare questo «Vangelo del corpo». Noi possiamo incontrare Dio attraverso i sensi del nostro corpo. Non solo attraverso la mente. Gesù si è rivelato in quel modo, incarnandosi. Come possiamo dunque incarnarci in noi stessi? La buona notizia è anche che io sono carne e sangue proprio come il mio Dio. Questa è la nostra affinità con Dio. Guardavo nei giorni scorsi i miei fratelli e sorelle nel Sinodo e mi domandavo: quanti di loro hanno consapevolezza della loro affinità con Dio attraverso la loro corporeità? Quanto della nostra conclamata spiritualità è relazionata alla nostra esistenza fisica? Tra i cristiani di oriente è diffusa la pratica dello yoga, che è un esercizio che si fonda sulla unità tra corpo e spirito. Ma ancora oggi tra molti cristiani occidentali lo yoga è visto con molto sospetto. L'uomo non può conoscere compiutamente Dio se non è riunificato. Ma quanti di noi possono effettivamente dirsi uno? La vita sacramentale è una vita del corpo, e dei suoi sensi. Ogni sacramento si fonda sulla nostra esperienza corporea. Timothy Radcliffe
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