Molti mi dicono, sei fortunato
tu che hai trovato un lavoro sicuro
bello, tranquillo, interessante
e che ti rende decentemente
Io penso alle nostre serate stupide e vuote
ti passo a prendere cosa facciamo
che film vediamo, no l'ho già visto
tutto previsto
Molti mi dicono, non hai diritto
di lamentarti ti puoi permettere
qualche parentesi qualche evasione
tu che hai un lavoro di soddisfazione
Io penso alle nostre serate stupide e vuote
vuoi bere qualcosa
grazie, ho già preso il caffè su in casa
che cosa vuoi, niente ti annoi
Molti mi dicono, ma cosa cerchi
cosa pretendi, non fare il nevrotico
hai una ragazza che ti vuol bene
ti lascia libero, non ti fa scene
Io penso alle nostre serate stupide e vuote
le nove e un quarto, due passi al centro
destinazione, al solito bar
televisione
Io penso alle nostre serate stupide e vuote
Io penso alle nostre serate stupide e vuote
Giorgio Gaber, "Le nostre serate", 1963
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