Sei ancora viva, vecchia mia?
Sono vivo anch'io. Saluti a te, saluti!
Che scenda sulla tua casetta
Quella ineffabile luce serale.
Mi scrivono che ti consumi nell'angoscia
E che sei molto triste per me,
Che spesso vai per strada
Nel vecchio golfino fuori moda.
E tu nella azzurra oscurità serale
Spesso scorgi la stessa cosa:
Che qualcuno in una rissa da taverna
Mi tiri una coltellata sotto il cuore.
Niente di tutto ciò, mamma! Stai tranquilla.
È solo una fantasia penosa.
Non sono ancora un bevitore così gramo.
Da morire senza averti visto.
Io come sempre ti voglio bene
E sogno solo, più presto
Della angosciosa malinconia,
Di far ritorno alla nostra casa poveretta.
Io tornerò quando il bianco giardino
A primavera dispiegherà i suoi rami.
Solo non svegliarmi all'alba,
Come otto anni fa.
Non ridestare un sogno che è svanito,
Non smuovere ciò che non si è avverato;
Una troppo precoce perdita e stanchezza
Mi è toccato di provare nella vita.
E non insegnarmi a pregare! Non serve!
Non è possibile più tornare al passato.
Tu sola mi sei d'aiuto e conforto,
Tu sola sei la mia ineffabile luce.
Perciò dimentica le tue ansie,
Non essere troppo triste per me.
Non andare così spesso per strada
Nel vecchio golfino fuori moda.
Sergéj Aleksándrovič Esénin, "Lettera alla madre" (Traduzione di Lucio Coco)
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