La famiglia è grembo per ciascuno di noi. È "scuola" di ascolto e di contatto corporeo. Spazio protetto e sicuro, dove cominciamo a familiarizzare col mondo esterno, rassicurati dal battito del cuore della mamma.
Quando veniamo "messi in voce", restiamo in un certo senso ancora in un "grembo": dal grembo della madre al grembo della famiglia, grembo fatto di persone diverse, in relazione tra loro.
In questo grembo si impara a convivere nella differenza tra maschi e femmine, tra adulti, anziani e bambini e giovani… Più sono diverse le età che stanno tra loro in relazione più ricco è il nostro ambiente di vita. Ci si accoglie a vicenda perché c'è un legame.
Nel grembo della famiglia impariamo a parlare nella "lingua materna" e sentiamo che altri ci hanno preceduto, ci hanno messo nella condizione di esistere e di potere a nostra volta generare vita e fare qualcosa di buono e di bello. Il grembo familiare è scuola di perdono: il bambino impara ad ascoltare, a parlare in modo rispettoso, a esprimere il proprio punto di vista senza negare quello altrui, e si prepara ad essere nella società un costruttore di dialogo e di riconciliazione. Il grembo familiare è scuola di benedizione. In un mondo dove così spesso si maledice, si parla male, si semina zizzania, si inquina con le chiacchiere il nostro ambiente umano, la famiglia può essere una scuola di benedizione. Sempre, anche quando ci possono essere buone ragioni per dire "adesso basta!".
Benedire anziché maledire, visitare anziché respingere, accogliere anziché combattere è l'unico modo per spezzare la spirale del male, per testimoniare che il bene è sempre possibile, per educare i figli alla fratellanza. Arturo Bellini
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