Così come la storia della Salvezza comincia con un trauma, a cui segue un altro trauma e poi un altro trauma ancora, fino all'ultimo trauma subito da Maria davanti alla tomba vuota, e il Vangelo ripete 'non temere', ('non temere Maria', 'non temere Giuseppe', 'non temere Zaccheo', 'non temere…'), anche noi dobbiamo smettere di volere sempre stare in zona comfort. L'uomo cambia solo attraverso le catastrofi, i traumi – anche belli come l'innamoramento – perché la vita è un trauma. 'Non temere' non vuol dire negare la paura, negare la depressione, negare i sentimenti che si sentono, vuol dire guardarli, non avere paura di quei sentimenti lì. Johnny Dotti
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