E bello porsi a tavola, Signore, insieme a quelli che si amano; e l'amore sembra più caldo, sulla tovaglia stesa, tra il nitore delle stoviglie apparecchiate; e tanto più se c'è un mazzo di fiori sulla mensa. È bello sedersi attorno al medesimo desco, mangiare le medesime vivande: ciascuno secondo il suo appetito e il suo bisogno; e tutto è di tutti e nessuno è più padrone di un altro di ciò che si trova sulla mensa. Perché la mensa è il luogo dell'amicizia e della comunione: semplice e buona comunione di cose e di uomini, prima ancora che comunione con Te.
L'Eucarestia è il sacramento della tavola, così come la tavola è il sacramento della nostra amicizia. E se non sappiamo sederci a tavola, con gli amici, forse non sapremo nemmeno accostarci alla mensa dell'altare e ricevere il dono della tua amicizia. Perciò, prima di farci il dono dell'Eucarestia, facci, Signore il dono della cena: della semplice mensa degli uomini, della condivisione dell'amore e dei beni, della cordialità del pacato discorrere e del calore del volersi bene. E dacci di sapere cenare in amicizia, come facevi a casa tua, come facevi a Cafarnao, nella casa di Pietro, come facevi a Betania, nella casa di Lazzaro; e come facesti poi a Gerusalemme, nel cenacolo. E dacci amore per invitare amici, ospitalità per servirli, cordialità per discorrere con loro, gioia per mettere la tovaglia bella, letizia per versare il vino dolce. E che, in ogni pranzo e in ogni cena, avvertiamo la tua invisibile presenza, ospite sempre invitato, amico sempre amato, nostro pane, nostro vino, nostro banchetto eterno! Adriana Zarri
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