Mi piace la notte stellata di Pasqua, la folla furtiva che si affretta verso un incontro inconsueto, le chiese dalle volte immerse nella penombra, gli occhi dei piccoli affascinati dalla luce tremolante dei ceri. Mi piacciono le tenebre provvisorie di questa notte di grande passaggio, notte d'uscita dall'abisso dove, già, il soffio di Dio plana sulle acque agitate delle nostre vite avvolte di tenebra.
Mi piace il radunarsi notturno dei credenti che credono, di quelli che dubitano, dei credenti che hanno perso la fede, dei credenti arrabbiati, dei credenti tiepidi, di tutti i miscredenti che noi siamo e che formano il popolo variegato dell'Esodo.
Mi piace la notte di Pasqua perché è l'ultima traversata prima che l'uomo si svegli nel nuovo mattino del mondo. «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto!». Mi piace questa notte che muore incalzata dall'aurora, la morte che cade, infine, come un lenzuolo abbandonato a terra dalla forza della vita che preme come non mai.
Che venga l'alba, chiara e senza pieghe d'ombra, e vinca sulla notte delle nostre vite, sulle tenebre di un mondo dove rimbombano, ancora e sempre, i colpi che piantano i chiodi nel corpo della Pace, nel cuore dell'Amore.
Buona Pasqua!
("Il Cenacolo", aprile 2004)
Nessun commento:
Posta un commento