Ogni uomo è «di» qualcuno, infatti tutti siamo figli.
Tuttavia man mano si cresce è facile dimenticarselo,
e smettere di esserlo, soprattutto nei confronti di Dio.
Ma se non si vuol essere «di» Dio,
allora va a finire che si diventa «di» sé e così ci si perde nell'egoismo;
oppure si diventa «di» altri e si diventa in qualche modo dipendenti, schiavi;
oppure ancora si diventa «di» qualcosa,
cioè di una cosa che diventa un idolo a cui prostrarci.
Pensando di voler fare da sé... si fa morire il proprio io.
L'orgoglio, che è in realtà paura di non essere amato,
impedendo di ricevere, rende impossibile di essere amato e di amare.
Ma l'uomo, deve ricordarselo,
ha ricevuto e riceve come dono d'amore tutto ciò che ha ed è,
compreso il proprio io.
È sempre figlio.
Silvano Fausti
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