Nella introduzione al suo famoso Dizionario delle opere e dei personaggi, Valentino Bompiani racconta questo episodio:
Nel luglio 1938 si tenne a Berlino il congresso internazionale degli editori a cui partecipò anche lui.
Nel luglio 1938 si tenne a Berlino il congresso internazionale degli editori a cui partecipò anche lui.
La guerra era già nell'aria e il governo nazista si mostrava maestro nel manipolare le parole a fini di propaganda.
Il penultimo giorno, Goebbels che era il ministro della propaganda del Terzo Reich, invitò i congressisti nell'aula del parlamento.
Ai delegati dei vari paesi fu chiesta una parola di saluto.
Quando venne il turno di un editore svedese, questi salì sul podio e con voce grave pronunciò queste parole:
"Signore Iddio, devo fare un discorso in tedesco.
Non ho un vocabolario né una grammatica
e sono un poveruomo sperduto nel genere dei nomi.
Non so se l'amicizia è femminile e l'odio maschile,
o se l'onore, la lealtà, la pace sono neutri.
Allora, Signore Iddio, riprenditi le parole
e lasciaci la nostra umanità.
Forse riusciremo a comprenderci e a salvarci".
Ci fu un applauso scrosciante, mentre Goebbels, che aveva capito l'allusione, usciva adirato dalla sala.
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