"Come farò a scrollarmi di dosso la vergogna di avere avuto un bisnonno pilota nazista" esclamerà tra cent'anni un giovane tedesco. E tra cent'anni gli storici guarderanno spauriti gli ordini scritti con calma, metodo, logica e precisione teutonica che dal quartier generale del Comando supremo dell'esercito tedesco raggiungevano i comandanti di squadre e squadriglie aeree. Chi era a vergarli? Bestie, pazzi, o forse nemmeno esseri umani, ma dita di ferro, dita di aritmometri e calcolatori. Non esiste castigo, no davvero, che possa espiare anche solo la millesima parte della colpa di chi ha scritto quegli ordini, o la decima di chi quegli ordini li ha messi in atto e li ha eseguiti. No, compagni: un tale castigo non esiste, né ora né mai.
Vasilij Grossman, "Il popolo è immortale"
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