L'amore mi ha spiegato tutto
l'amore è stato tutto per me
e io contemplo questo amore
ovunque esso si trovi
Karol Wojtyla
Come nasce questo blog? Da Claudio che invia regolarmente una e-mail ai suoi amici con brani acchiappati qua e la. Testi che aiutano a riflettere a farsi delle domande o a cercare delle risposte non banali, non conformiste, non retoriche. Al mio invito di raccoglierle in un blog, Claudio ha risposto più o meno...." se vuoi pensaci tu" E io ho raccolgo la sfida!
L'amore mi ha spiegato tutto
l'amore è stato tutto per me
e io contemplo questo amore
ovunque esso si trovi
Karol Wojtyla
La Via Dolorosa appartiene in modo particolare alle madri: Maria che incrocia lo sguardo del Figlio, lo segue fin sotto la croce, lo osserva morire, lo vede col cuore squarciato da un colpo di lancia e si sente lei stessa trafiggere il cuore immedesimandosi nella sua sofferenza e contemporaneamente nella sofferenza di ogni madre. Quante volte si ripeterà questa esperienza nel corso della storia e anche della storia recente: le madri della Plaza de Mayo a Buenos Aires, dal cuore spezzato dopo anni di ricerca nel vano tentativo di sapere qualcosa dei loro figli; le madri degli ostaggi israeliani catturati da Hamas lo scorso sette ottobre, che non sanno se siano vivi o morti, né se li potranno riabbracciare; le madri palestinesi che piangono le migliaia di bambini morti sotto i bombardamenti, molti dei quali sepolti anonimi sotto le macerie di Gaza, derubricati a danno collaterale da un linguaggio deumanizzante; le madri dei giovani russi e ucraini mandati al fronte e ritornati a casa in neri sacchi o bare improvvisate. Una madre porta in grembo un figlio nove mesi prima di darlo alla luce, con la speranza che la sua vita sia lunga e bella, ricca di amore e piena di significato. Una madre, quando vede morire un figlio, sente lacerarsi il grembo e le viscere, non solo il cuore. Come ha ricordato Rachel Goldberg Polin, portavoce degli ostaggi rapiti da Hamas il sette ottobre e madre di uno di loro: «Basta con la sofferenza delle persone da entrambe le parti in conflitto. Basta lacrime. Basta con lo spargimento di sangue. Basta con il dolore. Basta. Il primo passo verso la compassione è l'unità. Il primo passo verso l'unità è la solidarietà. E il primo passo verso la solidarietà può essere un simbolo. Unitevi a me nel simbolo di una madre che soffre. Proprio come Madre Maria ha pianto, anch'io piango per il nostro mondo frammentato». Francesco Patton
Come definirlo, questo elemento incorruttibile della tua fede? È un'evidenza; questa evidenza: la croce. È sufficiente aprire gli occhi per vederla al nostro fianco: la nostra croce che ci attende. Chi avrebbe immaginato che due pezzi di legno, messi l'uno sull'altro, potessero prendere tante forme quanti sono i singoli destini? E tuttavia è così; la tua è fatta a tua misura; per volontà o per forza, per odio e per rivolta o per sottomissione e per amore, sarà necessario distenderti su di essa. Quale mistero che l'umanità abbia vissuto per così tanto tempo senza avere scoperto, al di sopra dei suoi carnai, il segno, l'albero senza foglie, l'albero nudo dove, un giorno della storia umana, Dio stesso è venuto ad abbattersi: «O Dio, che amate i corpi che soffrono tanto da scegliere per voi il corpo più carico di sofferenze che mai sia esistito al mondo».
François Mauriac, "L'albero senza foglie", meditazione sulla croce, (traduzione di Lucio Coco)
Il matto: «Tu non ci crederai, ma tutto quello che c'è a questo mondo serve a qualcosa. Ecco, prendi quel sasso lì, per esempio».
Gelsomina: «Quale?».
Il matto: «Questo… uno qualunque. Ecco, anche questo serve a qualcosa, anche questo sassetto».
Gelsomina: «E a cosa serve?».
Il matto: «Serve… ma che ne so! Se lo sapessi sai chi sarei?».
Gelsomina: «Chi?».
Il matto: «Il Padreterno che sa tutto: quando nasci e quando muori. Non lo so a cosa serve questo sasso io, ma a qualcosa deve servire. Perché se questo è inutile, allora è inutile tutto. Anche le stelle, almeno credo… e anche tu. Anche tu servi a qualcosa, con la tua testa di carciofo».
Federico Fellini, La strada, 1954
Non difenderti.
Deponi tutte le tue armi.
Accetta con calma di essere frainteso,
o non ringraziato, o ignorato.
Questo consiglio,
così gratificante e così difficile,
sa viverlo solo chi è libero
nell'umiltà e nella pace.
Pedro Casaldáliga
Ama la vita e amala seppure non ti da ciò che potrebbe, amala anche se non è come tu la vorresti, amala quando nasci e ogni volta che stai per morire. Non amare mai senza amore, non vivere mai senza vita. Madre Teresa Di Calcutta
Per realizzare grandi cose non dobbiamo solo agire, ma anche sognare; non solo progettare ma anche credere. Anatole France
Credo che avere la Terra e non rovinarla sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare. Andy Warhol
La gioia, come tutte le altre virtù, si trasmette solo per contagio. Se siamo pieni di gioia, se la nostra vita ne è impastata, ecco che spontaneamente essa passa in chi ci vive accanto. Ci sarà chi l'accoglierà come conseguenza necessaria di uno stile di vita e chi si interrogherà sulle sue motivazioni. Yvonne Reungoat, "Strade di futuro", San Paolo ed.
La decisione più coraggiosa che tu possa prendere ogni giorno è di essere di buon umore. Voltaire
E sa cosa le dico? A volte distolga lo sguardo da tutto questo e rimanga concentrata su qualcosa di semplice, qualcosa che, indipendentemente da ogni condizione, può sicuramente portare gioia, che porterebbe gioia anche ad un morente, a un malato o a un prigioniero. Di tali cose di una semplicità sublime, se ne possono trovare in quantità nella natura, in se stessi. A volte questo può aiutare tanto. Bisogna pur reggerlo, Anita, questo cuore così grande, così difficile da usare. Rainer Maria Rilke
Veniamo cambiati dentro dalla strada e da ciò che avviene sulla strada, che non è un impiccio da sbrigare via, ma è la nostra stessa vita. Paolo Asolan, "A Santiago!", San Paolo ed.
Troppo spesso tendiamo a imputare i nostri deficit pastorali alla pressione laicista e secolarizzante che influenza la cultura occidentale. Oppure al supposto carattere restrittivo delle norme etiche proposte dalla Chiesa. O anche alla cattiva condotta di alcuni uomini di Chiesa che crea scandalo. Molto meno indaghiamo sulla nostra effettiva ed efficace capacità di diffondere e argomentare il kerigma originario […] tanti uomini e donne, anche di buona volontà, hanno smesso di vedere alla resurrezione come una prospettiva credibile e accettabile. Andrea Monda
Alla fine del cammino mi chiederanno:
«Ma hai vissuto? Hai amato?»
E io, senza dir niente,
aprirò il mio cuore pieno di nomi.
Pedro Casaldáliga
Una volta il demonio mi disse:
"Anche Dio ha il suo inferno:
ed è il suo amore per gli uomini".
E di recente lo intesi soggiungere queste parole:
"Dio è morto per la sua compassione per gli uomini".
Friedrich Nietzsche, "Così parlò Zarathustra"
Non ci sarà pace sulla terra senza giustizia, ma non si potrà vivere di giustizia sulla terra senza perdonare l'imperdonabile. Antonio Staglianò
Il vento, la bora, le navi che vanno via
il sogno di questa notte
e tu l'eterno soccorritore
che da dietro le piante onnivore
guardavi in età giovanile
i nostri baci assurdi
alle vecchie cortecce della vita.
Come eravamo innamorati, noi,
laggiù nei manicomi
quando speravamo un giorno
di tornare a fiorire
ma la cosa più inaudita, credi,
è stato quando abbiamo scoperto
che non eravamo mai stati malati.
Alda Merini
Il concetto dominante nella nostra società è che i detenuti, che hanno fatto del male, devono stare a loro volta male, anzi, devono stare un po' peggio di noi perché ci hanno fatto del male. "Che sapore hanno i muri", Casa Sirio
Ho sempre creduto di essere io a doverti proteggere, difendere e fare le scelte giuste per te, invece sei tu che ogni giorno conquisti il tuo posto nel mondo. Oggi vedo tutte le potenzialità della donna che sarai, vedo tutto quello che alla tua nascita pensavo fosse impossibile, o che credevo fosse nelle mie mani, e invece ora riconosco essere pienamente nelle tue. Martina Fuga, "Diciotto" (Salani, 2024, pagine 160, euro 16)
Vorrei che durante ogni comunicazione ai genitori in sala parto ci fosse un medico disposto a parlare di un bambino e non di un difetto genetico; vorrei che di fronte a ogni diagnosi prenatale ci fosse l'occasione di parlare delle persone con la sindrome di Down, di conoscerne le storie, piuttosto che soffermarsi solo sulle eventuali patologie e sulle difficoltà connesse alla sindrome; vorrei che ogni insegnante davanti a un nuovo alunno con disabilità non si fermasse alle cose che non imparerà, ma che si concedesse la possibilità di conoscerlo e gli desse l'opportunità di giocare la sua partita. Martina Fuga, "Diciotto" (Salani, 2024, pagine 160, euro 16)
Le mani di lui non saranno mai abbastanza grandi.
Non per la donna che vede nei suoi tratti
il padre che ha dimenticato,
o il suo primo marito, il soldato con due mogli:
tutti quegli uomini che hanno solo preso.
Non abbastanza solide da evitare
gli spigoli vivi delle sue parole.
Eppure lui cerca di mettersi alla prova nel lavoro,
le sue mani callose sollevano casse
tutto il giorno al molo, la sua paga non copre le spese.
Porta a casa quello che può, secchi di granchi
dalle sue trappole mattutine, qualche banana verde.
La tavola lo attende nel forno caldo,
la cucina buia, le imposte chiuse.
Lui pensa, rendi le mani gentili
mentre bussa leggermente alla porta sul retro.
Non ha mai avuto una chiave.
Mettendo le mani sulle sue, lei lo tira dentro,
lo fa sedere vicino ai fornelli. Lentamente, gli strofina l'olio
sui palmi screpolati, tirando fuori il dolore
dai rigonfiamenti, rimuovendo le schegge, prendendo
qualunque cosa quelle mani diano.
His Hands, Natasha Trethewey
Abbiamo generazioni intere che sono in attesa di parole di salvezza, di salute, di futuro, di bellezza e giustizia, ma non lo sanno. Hanno fame e sete di giustizia, ma stentano a trovare chi indichi loro quella sorgente d'acqua viva che è sotterrata nel loro cuore da macerie di chiacchiere e cianfrusaglie inutili. Non dovrebbe essere questo il compito della Chiesa intera? Dei battezzati? Felice Scalia e Ferdinando Di Stefano, "Il Vangelo disatteso. Cosa abbiamo perso di vista nel messaggio di Gesù" (Paoline, pagine 224, euro 16,00)
Non è sacerdote Gesù, non è dei cristiani, non dei bianchi, non degli ebrei, ma squisitamente umano, popolano, membro di quell'umanità che sta "nelle tenebre e nell'ombra di morte" e che lui vuole illuminare "come sole che sorge"! Felice Scalia e Ferdinando Di Stefano, "Il Vangelo disatteso. Cosa abbiamo perso di vista nel messaggio di Gesù" (Paoline, pagine 224, euro 16,00)
Nasciamo senza portare nulla, moriamo senza poter portare nulla, e in mezzo, nell'eterno che si ricongiunge nel breve battito delle ciglia, litighiamo per possedere qualcosa. Nur-ad-Din
Essere ricchi e avere potere sembra esigere una specie di ascetico rigore, una distinzione asociale. Ah, poveri ricchi. La crema della società fa a meno della società. La cancella, non vuole averla intorno. Alfonso Berardinelli
Signore, se devi aiutarmi, cosa aspetti?
Io da solo non ce la faccio.
Non lasciare che il Maligno prenda
il tuo posto nel mio cuore.
Non lasciarti cacciare, Signore!
Non confondermi con lui.
Ti assicuro, io non lo amo poi tanto.
Ricordati che io ti posso amare!
André Gide
I nazisti erano persone normali che sognavano e speravano come tutti e che si trasformarono progressivamente in assassini di massa, dissociandosi da crimini che non percepivano come tali. In questo consiste l'orrore. La questione non è come sia stato possibile che persone comuni abbiano potuto agire così, ma il fatto che tutti noi siamo molto simili a loro. Ciascuno di noi può diventare un carnefice, vittime e persecutori si assomigliano in modo sconcertante. Jonathan Glazer, regista de "La zona d'interesse", film premiato con il Grand Prix a Cannes
Avevo un pavimento da lavare
io che prendo tutto come una missione
anche questo lavoro da tanti disprezzato,
affrettai ancora di più la marcia
sul corridoio di marmo lucidato.
Andavo incontro a due ragazzi
il figlio in braccio mi dava le spalle
loro ci giocavano e lui rideva,
gli fui davanti proprio mentre si girava,
perdonami per la durezza delle parole,
di un bambino aveva il corpo
ma il viso quello di un mostro
sotto gli occhi niente naso niente bocca
solo buchi di carne viva.
Non so se fu più forte
la pietà o forse il disgusto,
quasi correndo abbassai la testa,
ma già avevo la certezza
che di lì a poco l'avrei rivisto
per quel passaggio a me obbligato.
Persi tanto tempo nelle mie faccende
prima di andare mi augurai la loro assenza
poi via sul corridoio di marmo lucidato;
il caso me lo presentò ancora di spalle
ancora preso dai suoi giochi divertiti,
a farlo ridere così di gusto
non erano stavolta i genitori
ma un'anziana suora
distante un palmo dall'orribile viso,
vidi il sorriso di lei e le sue parole:
"ma quanto sei bello, che bel bambino sei".
Per giorni m'accompagnò il dubbio
non riuscivo a crederla bugiarda,
poi una chiarezza si fece strada,
quegli occhi opachi di vecchia devota
guardavano un punto oltre l'orrore
lì c'era solo un bambino che giocava.
Daniele Mencarelli, "La casa degli sguardi" (Mondadori, 2018)
Daniele Mencarelli è poeta e scrittore e ha lavorato in passato per una ditta di pulizie nelle corsie dell'ospedale romano "Bambino Gesù"