Il consumo ha permeato tutte le dimensioni dell'esistenza umana e di conseguenza tutte le dimensioni dell'esistenza umana hanno assunto la forma del consumo. Anche l'amore umano diventa consumo nel senso che la formula dell'amore non è più: «Ti amo e quindi mi prendo cura di te, della tua felicità», ma: «Mi piaci e quindi vivo il piacere distare con te fino a quando la tua presenza mi soddisferà». Quest'ultima formula è quella propria del "consumatore", ma ormai la usiamo in tutte le dimensioni della nostra esistenza, rendendo così effimere, fungibili, sostituibili come gli oggetti di consumo. Si pensi anche alla dimensione religiosa: la tendenza alla "religione fai da te"; così caratteristica dell'uomo d'oggi, viene dalla stessa logica di consumo. La religione non è più il luogo del rapporto personale con Dio; è invece un oggetto di consumo che mi garantisce alcune soddisfazioni altrimenti irraggiungibili. La religione cristiana, invece, è rapporto con Dio nel modo che a Lui piace. Non è un edificio religioso che mi costruisco secondo i miei desideri e le mie necessità... Il consumismo può essere attraente, il permissivismo allettante, l'aggressività rassicurante, ma l'uomo non riuscirà mai a trovare la propria quiete e serenità nel possesso, nel lasciarsi andare, nell'affermarsi sopra gli altri... La tendenza così diffusa oggi a creare atteggiamenti di lotta, di competizione con l'altro deve venire assorbita da una forza di solidarietà e di comunione più grande. Luciano Monari
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