Oltre arenghi, tempietti,
oltre chiese e bar,
oltre monumentali cimiteri,
oltre grandi bazar,
oltre mondo e mare,
oltre Mecca e Roma,
arsi da un sole livido
vanno per la terra i pellegrini.
Storpi, gobbi,
affamati, mezzo vestiti,
i loro occhi
sono pieni di tramonto,
i loro cuori sono pieni d'alba.
Davanti a loro cantano i deserti,
lampeggiano bagliori lontani,
le stelle ardono sopra di loro
e rauchi gridano per loro uccelli:
che il mondo resterà lo stesso,
sì, resterà lo stesso,
accecante di neve
e difficilmente tenero,
il mondo resterà falso,
il mondo resterà eterno,
forse, comprensibile,
ma tuttavia infinito.
Il che significa che non avrà senso
credere in se stessi e in Dio.
… Il che significa
che rimarranno solo
le illusioni e la strada.
E siano tramonti sulla terra,
E siano albe sulla terra.
I soldati la concimino.
I poeti la cantino.
"Pellegrini" di Iosif Brodskij, traduzione dal russo di Lucio Coco
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