Ogni mattina un pilota militare di droni occidentale esce di casa dopo aver fatto colazione con la famiglia e salutato i figli. Raggiunge il suo ufficio nella base vicina e si siede a una consolle praticamente uguale a quella dei videogiochi che ha in casa. Con un codice avvia un drone posto a 11.000 chilometri di distanza, parcheggiato in un aeroporto in piena zona di guerra. Mentre sorseggia un caffè, lo fa decollare muovendo delicatamente il suo joystick e, dopo qualche minuto di volo, bombarda un convoglio uccidendo diversi terroristi e, talvolta, anche qualche civile malauguratamente da quelle parti. Schivando due missili con un'abile mossa di polso, fa rientrare il suo gioiello ipertecnologico alla base, saluta i colleghi, ed esce dall'ufficio giusto in tempo per andare al saggio di danza della figlia e, dopo cena, godersi sul divano con la moglie la sua serie preferita in tv. La tecnologia annulla e crea distanze. Per quanto tempo il nostro pilota riuscirà a reggerle? Andrea Ciucci, L'Osservatore Romano, 1 aprile 2023
Come nasce questo blog? Da Claudio che invia regolarmente una e-mail ai suoi amici con brani acchiappati qua e la. Testi che aiutano a riflettere a farsi delle domande o a cercare delle risposte non banali, non conformiste, non retoriche. Al mio invito di raccoglierle in un blog, Claudio ha risposto più o meno...." se vuoi pensaci tu" E io ho raccolgo la sfida!
giovedì, febbraio 29, 2024
La morte videocomandata
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