sabato, novembre 23, 2024

Son tornati

Non ci crederai
ma sono tornati lupi
travestiti da agnelli... bulli...
arroganti e le facce ghignanti.
Con i loro deliri... i loro dileggi...
la loro propaganda...
e la stessa ignoranza.


Vasco Rossi a suo padre deportato dai nazisti e internato militare in Germania

venerdì, novembre 22, 2024

Al Sinodo

Cardinali e vescovi sedevano accanto a giovani, donne dall'America Latina, religiosi e religiose.
La persona più giovane aveva 19 anni e veniva dal Wyoming.
Tutti i membri del Sinodo erano coinvolti in "conversazioni nello spirito".
A tutte le persone al tavolo veniva chiesto di parlare per quattro minuti.
Nessuno poteva interrompere.
Poi, dopo un breve momento di silenzio, un giro di reazioni e, infine,
una valutazione su dove si concordava, si discordava o si sarebbe potuti convergere.
Ogni tavolo aveva un facilitatore, spesso una donna,
che fermava chiunque - cardinali inclusi - parlasse troppo a lungo.
Un arcivescovo del Vaticano mi disse: «Guardi quei cardinali romani.
Sono costretti ad ascoltare i battezzati in rispettoso silenzio.
Non saranno mai più come prima».

Timothy Radcliffe

giovedì, novembre 21, 2024

Il tempo

Il tempo, lo sappiamo,
fa il lavoro per il quale è stato inventato.
Si potrebbe affermare che è un "galantuomo"
perché seleziona ciò che si è in grado di ricordare,
ciò che è degno di memoria
e ciò che invece va posto nel magazzino sotto chiave
per la sua pericolosità.

Mauro Armanino

mercoledì, novembre 20, 2024

Camminare

Camminare
è un atto etico ed eroico,
eversivo e paziente,
addomestica
l'animale che ci abita.


Carlos Solito, "Il cammino di Padre Pio. Da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo"
(San Paolo, pagine 128, euro 12,90)

martedì, novembre 19, 2024

Accoglienza

Accogliere, integrare
dicono lo stile della giustizia di una società veramente umana,
che vuole ridefinire la sua fisionomia informandola,
cioè assumendo la forma dell'amore corposo,
dell'amore che genera legami e consente l'unità
e la coesione spirituale, sociale, economica, politica, fraterna.
Uomini tutti, vita per tutti, fratelli tutti!

Antonio Staglianò

lunedì, novembre 18, 2024

Valori

Per una società che conosce i valori del cristianesimo
non è solo un problema di carità,
ma soprattutto è una questione di giustizia:
se giusto è «dare a ciascuno il suo»,
bisogna, con responsabilità di coscienza umana,
capire che «molto di quello che ho ed è mio»,
appartiene all'altro,
anche al migrante che giunge sulle nostre coste.

Antonio Staglianò

domenica, novembre 17, 2024

risposte

Quando si vivono le domande,
forse, piano piano, si finisce,
senza accorgersene,
col vivere dentro alle risposte
celate in un giorno che non sappiamo.


Rainer Maria Rilke

sabato, novembre 16, 2024

Guerra

Per tutto l'inverno i nostri principali nemici furono la pioggia e la stanchezza.
Andavo a dormire marciando e mi svegliavo per ritrovarmi ancora in marcia.
Nonostante gli alti stivali di gomma, l'acqua nelle trincee ci arrivava sopra il ginocchio;
ricordo ancora la gelida fiumana che si rovesciava fuori degli stivali quando ci capitava di forarli contro il filo spinato.
La familiarità con i morti di data antica o recente
riconfermò in me l'idea che mi ero formata dei cadaveri al momento della morte di mia madre.
Imparai a conoscere, a compatire e a rispettare l'uomo comune:
e in particolare il caro sergente Ayres, che venne (credo) ucciso dalla stessa granata che ferì me […].
Ma, per il resto, la guerra — con la paura, il freddo, l'odore degli esplosivi,
gli uomini orribilmente maciullati che ancora si muovevano come scarafaggi mezzo schiacciati,
i cadaveri seduti o in piedi, il paesaggio di terra brulla senza un filo d'erba,
gli stivali indossati notte e giorno fino a che non sembravano essersi incollati ai piedi
— altro non è che un raro e pallido ricordo.
È troppo estraneo al resto delle mie esperienze
e spesso ho la sensazione che sia accaduto a un altro.

Clive Staples Lewis, nell'autobiografia «Sorpreso dalla gioia»

venerdì, novembre 15, 2024

Dar forma alla vita

Un uomo
non può semplicemente
astrarre dalla sua sessualità
nel dar forma alla sua vita
e nell'adempimento dell'immagine
di Dio in lui.


Hans Urs von Balthasar

giovedì, novembre 14, 2024

Sull'Oceano

Quando arrivai, verso sera, l'imbarco degli emigranti era già cominciato da un'ora,
e il Galileo, congiunto alla calata da un piccolo ponte mobile, continuava a insaccar miseria:
una processione interminabile di gente che usciva a gruppi dall'edilizio dirimpetto, dove un delegato della Questura esaminava i passaporti.
La maggior parte, avendo passato una o due notti all'aria aperta, accucciati come cani per le strade di Genova, erano stanchi e pieni di sonno.

Operai, contadini, donne con bambini alla mammella,
ragazzetti che avevano ancora attaccata al petto la piastrina di latta dell'asilo infantile,
passavano, portando quasi tutti una seggiola pieghevole sotto il braccio, sacche e valige d'ogni forma alla mano o sul capo,
bracciate di materassi e di coperte, e il biglietto col numero della cuccetta stretto fra le labbra.
Delle povere donne che avevano un bambino da ciascuna mano, reggevano i loro grossi fagotti coi denti;
delle vecchie contadine in zoccoli, alzando la gonnella per non inciampare nelle traversine del ponte,
mostravano le gambe nude e stecchite; molti erano scalzi, e portavan le scarpe appese al collo.

Di tratto in tratto passavano tra quella miseria
signori vestiti di spolverine eleganti, preti,
signore con grandi cappelli piumati,
che tenevano in mano o un cagnolino,
o una cappelliera...

Dopo di che la sfilata degli emigranti ricominciava:
visi e vestiti d'ogni parte d'Italia, robusti lavoratori dagli occhi tristi,
vecchi cenciosi e sporchi, donne gravide, ragazze allegre, giovanotti brilli.
villani in maniche di camicia, e ragazzi dietro ragazzi che,
messo appena il piede in coperta, in mezzo a quella confusione di passeggeri,
di camerieri, d'ufficiali, d'impiegati della Società e di guardie di dogana, rimanevano attoniti,
o si smarrivano come in una piazza affollata.

Due ore dopo che era cominciato l'imbarco,
il grande piroscafo, sempre immobile,
come un cetaceo enorme che addentasse la riva,
succhiava ancora sangue italiano.

Edmondo De Amicis, "Sull'oceano" 1889


Tratto da "Nonni do Brasil", racconti di emigranti italiani, a cura di Oliviero Pluviano

mercoledì, novembre 13, 2024

autunno

Il gatto rincorre le foglie
secche sul marciapiede.
Le contende (vive le crede)
alla scopa che le raccoglie.

Quelle che da rami alti
scendono rosse e gialle
sono certo farfalle che
sfidano i suoi salti.

La lenta morte dell'anno
non è per lui che un bel gioco,
e per gli uomini che ne fanno
al tramonto un lieto fuoco.


Gianni Rodari

martedì, novembre 12, 2024

Figli

Perché non si fanno più figli?
La domanda è malposta e va ribaltata:
perché si fanno figli?
Si fanno i figli per amore, si dice,
ma amore verso chi?
Si pensa alle relazioni uno a uno,
ma riguarda la relazione io-mondo.
E se non si può "amare il mondo" in astratto,
occorre un volto, una persona concreta,
che si vede nascere e crescere.
Proprio nell'amore generazionale oltre che generativo
c'è la cura della storia.
E allora: perché non si fanno più figli?
La mia risposta: perché non siamo più
connessi con la storia,
non amiamo più
la storicità della nostra esistenza;
più che simboli viventi,
come diceva Padre Vidal,
siamo simulacri senza storia.


Marco Maio, Il Secolo XIX

lunedì, novembre 11, 2024

L'attenzione

L'attenzione
consiste nel sospendere il proprio pensiero,
nel lasciarlo disponibile,
vuoto e permeabile all'oggetto,
nel mantenere in se stessi,
in prossimità del pensiero ma a un livello inferiore,
e senza che vi sia contatto,
le diverse conoscenze acquisite
che si è costretti a utilizzare.
E soprattutto il pensiero deve essere vuoto,
in attesa, non deve cercare alcunché,
ma essere pronto ad accogliere
nella sua nuda verità
l'oggetto che sta per penetrarvi.


Simone Weil, "Attesa di Dio" (Adelphi)

domenica, novembre 10, 2024

versetto 32

Chiunque uccida un uomo,
sarà come se avesse ucciso l'umanità intera.
E chi ne abbia salvato uno,
sarà come se avesse salvato tutta l'umanità.


Versetto 32 della sura V del Corano
Younis Tawfik, "L'Isis raccontato da mia madre" (Oligo, pagine 172, euro 16,00)

sabato, novembre 09, 2024

domande

  Il motivo per cui non risponderanno mai alla domanda
"Come è possibile che sia accaduto?"
è che è una domanda malposta.
Data l'umanità
la domanda è
"Perché non accade più spesso".

Woody Allen, "Hannah e le sue sorelle"

venerdì, novembre 08, 2024

Cosa diavolo...

Dentro una persona anziana

c'è una persona più giovane

che si sta chiedendo

cosa diavolo sia successo.

 

Terry Pratchett

giovedì, novembre 07, 2024

Ribelle

Da giovane sono stato ribelle

e ora continuo ad esserlo.

Infatti, non ho voglia di protestare per tutto

senza dare una soluzione positiva,

non ho voglia di riempire di disordine la vita.

Mi ribello contro tutto questo!

Voglio comportarmi come un uomo che sa

di avere un destino eterno e inoltre

passare per la vita facendo il bene

che è in mio potere fare,

comprendendo,

scusando,

perdonando,

convivendo...

Questa è la mia ribellione!

Sicché oggi sono più ribelle di chiunque altro.

Tu sii molto ribelle, che non è male...


Josemarìa Escrivà

mercoledì, novembre 06, 2024

martedì, novembre 05, 2024

I nomi delle strade

Le strade sono

tutte di Mazzini, di Garibaldi,

son dei papi,

di quelli che scrivono,

che danno degli ordini, che fanno la guerra.

E mai che ti capiti di vedere

via di uno che faceva i berretti

via di uno che stava sotto un ciliegio

via di uno che non ha fatto niente

perché andava a spasso

sopra una cavalla.

E pensare che il mondo

è fatto di gente come me

che mangia il radicchio

alla finestra

contenta di stare, d'estate,

a piedi nudi.

 

Nino Pedretti, "I nomi delle strade"

(citato da Nicola Bultrini, L'Osservatore Romano)

lunedì, novembre 04, 2024

Vittorie e sconfitte

Vincere e perdere

sono due verbi che sembrano opporsi tra loro:

a tutti piace vincere e a nessuno piace perdere.

La vittoria contiene un brivido

che è persino difficile da descrivere,

ma anche la sconfitta ha qualcosa di meraviglioso.

Per chi è abituato a vincere,

la tentazione di sentirsi invincibili è forte:

la vittoria, a volte, può rendere arroganti

e condurre a pensarsi arrivati.

La sconfitta, invece, favorisce la meditazione:

ci si chiede il perché della sconfitta,

si fa un esame di coscienza,

si analizza il lavoro fatto.

Ecco perché, da certe sconfitte,

nascono delle bellissime vittorie:

perché, individuato lo sbaglio,

si accende la sete del riscatto.

Mi verrebbe da dire che chi vince

non sa che cosa si perde.

Non è solo un gioco di parole:

chiedetelo ai poveri.


Papa Francesco, gennaio del 2021, intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport

 

 

domenica, novembre 03, 2024

Preghiera

Spesso la nostra preghiera

è banale, annoiata

perché di fatto non c'è dentro

l'intuizione della bellezza,

non sappiamo cosa chiedere,

non vediamo neanche cosa sia necessario.

E allora giù a far preghiere, liturgie e riti

senza sapere neanche perché,

giusto per fare il proprio dovere

e aver pagato la tassa a Dio.

Fa bene chiedersi:

e io come cerco il Signore?

E per che cosa lo cerco?

 

Missionari della via

sabato, novembre 02, 2024

Al di là della notte

Noi umani non ci rendiamo conto

del coraggio che abbiamo salutando i morti;

della speranza che nutriamo

congedandoci dai morti;

siamo come i genitori

che danno la "Buonanotte" ai loro bambini.

Salutando i morti,

gettiamo il cuore al di là della notte,

oltre la morte.

 

Giovanni Cesare Pagazzi "Cosa può un saluto?" (San Paolo, 2024)

 

venerdì, novembre 01, 2024

Forse i defunti...

Forse in cielo i defunti si vantano di come sono morti:

- Io sono morto d'influenza.

- E io di raffreddore.

- E io non so più di che, perchè spesso

   si muore non di ciò di cui ci si ammala.

- A me il cuore ha cessato di battere.

- E a me ha dato un calcio un cavallo.

- E io sono volato dalla finestra.

- Ho inghiottito un ago.

- Sono stato soffocato da un cetriolo.

- Sono morto, perché non avevo la medicina.

- E io sono morto, perché avevo troppe medicine.

- Mi sono sbagliato e mi hanno avvelenato i funghi.

- E io perché giocavo coi fiammiferi ed è bruciata la casa.

- E io neanche mi sono accorto di essere morto.

Tutti però ammutiscono quando giunge Padre Massimiliano Kolbe,

delegato all'inferno come Angelo Custode,

Padre Kolbe che nemmeno al buio

ha perso la luminosità del volto, e dice:

- E io sono morto perché non mi curavo di me, ma degli altri.

 

Jan Twardowski

 

giovedì, ottobre 31, 2024

Ostinatamente presenti

Diceva che davvero bisogna amare i defunti

perché proprio loro sono ostinatamente presenti

non si addormentano

hanno il tempo tondo quindi non hanno fretta

tranquilli perché non hanno esaurito niente

neanche in caso d'incendio salterebbero in piedi

non mandano giù come noi il senso intimorito

non si fingono né migliori né peggiori

non pronunciamo su di loro migliaia di sentenze

sempre gli stessi come l'ontano verde fino all'ultimo

conoscono perfino l'indirizzo privato di Dio

non declamano sull'amore

ma aiutano a trovare gli oggetti smarriti

non invecchiano ringiovaniti dalla morte

non spaventano con un vuoto pieno di erudizione

non uniscono santità e appetito

più vicini di quando se ne andavano per un attimo

passando accanto con il corpo non visto

hanno salvato assai più di un'anima

 

Jan Twardowski

mercoledì, ottobre 30, 2024

Ora, adesso

Se lei (la morte) non ci fosse

probabilmente non concluderemmo niente

nella nostra vita,

perché tanto c'è sempre un domani.

La morte invece ci fa sapere

che non c'è sempre un domani,

che se vogliamo fare qualcosa,

il momento giusto è "ora"!

 

Sammy Basso

martedì, ottobre 29, 2024

I migliori

Nel lavoro, ma ancora di più nella vita,

sono sempre stato attratto dai migliori.

Quelli che hanno qualcosa da dire,

perché quasi sempre hanno anche qualcosa da dare.

Quelli che sono disposti a cambiare idea,

che preferiscono i dubbi alle certezze,

che parlano piano e pensano forte.

I migliori sono loro,

quelli che hanno il dono della sintesi,

perché l'emozione è sintesi,

e saperla provocare è la dote più bella del mondo.

Quelli che sanno piangere,

che non è un gesto che indica debolezza:

piangere - fin da quando nasci - è un segno che sei vivo.

I migliori sono quelli che non danno mai giudizi

se non conoscono a fondo quello di cui si parla.

E quelli che di fronte a un problema,

anziché accusare chi lo ha creato,

si domandano come possono impegnarsi a risolverlo

senza danneggiare gli altri.

Non sono pochi i migliori, ma è difficile trovarli.

Perché chi ha qualcosa in più,

di solito viaggia sottovento e non fa rumore.

Li ho cercati sempre i migliori,

per capire se potevo migliorare me stesso.

Non so se ci sono riuscito,

ma non ho sprecato comunque nemmeno un'ora

perché ho conosciuto persone belle,

e ho sentito parole affascinanti.

Cosa puoi chiedere di più al tuo tempo?

Nulla, credo.

Anche perché le persone belle,

spesso ti capitano per caso.

E per fortuna, qualche volta,

non ti lasciano più.


Alberto Caprotti, Avvenire

lunedì, ottobre 28, 2024

Il lavoro

Il lavoro

compiuto senza impegno,

senza interesse,

senza cura dei piccoli particolari,

non merita di essere umano.

 

Fernandez Carvajal

domenica, ottobre 27, 2024

Come un agnello

Non perché sei risorto dal sepolcro
non perché sei asceso al cielo
ma perché Ti hanno fatto lo sgambetto
Ti hanno spogliato nudo
perché in croce hai ripiegato il collo come un airone
perché sei morto come un Dio che non assomiglia a un Dio
senza medicine e panno molle sulla testa
perché i Tuoi occhi erano più grandi della guerra
come quelli dei caduti in trincea con il nontiscordardimé -
perché sporco di lacrime Ti alzo
sempre durante la Messa
come un agnello al quale tirano le orecchie.

 

Jan Twardowski

sabato, ottobre 26, 2024

La nostra parte

Il marciume che c'è negli altri

c'è anche in noi,

continuavo a predicare;

e non vedo nessun'altra soluzione,

veramente nessun'altra,

che quella di raccoglierci in noi stessi

e di strappar via il nostro marciume.

Non credo più

che si possa migliorare qualcosa

nel mondo esterno

senza aver fatto prima la nostra parte

dentro di noi.

È l'unica lezione di questa guerra:

dobbiamo cercare in noi stessi,

non altrove.

 

Etty Hillesum (giovedì pomeriggio, 19 febbraio 1942, ore due)

venerdì, ottobre 25, 2024

giovedì, ottobre 24, 2024

La propria strada

Noi che siamo stati nei campi
di concentramento
ricordiamo gli uomini che andavano
da una baracca all'altra confortando
i compagni e regalando l'ultima
crosta di pane.
Forse non erano molti, ma bastavano
a ricordarci che tutto si può portare
via a un uomo tranne una cosa:

l'ultima delle libertà umane,

che è quella di decidere
la propria linea di comportamento

in qualunque circostanza

e di seguire la propria strada.


Viktor Frankl

mercoledì, ottobre 23, 2024

In silenzio

Il filosofo Pascal era convinto

che le nostre vere disgrazie

derivano dal non essere capaci

di stare in silenzio in una stanza

a riflettere almeno qualche minuto

ogni giorno.

 

Leonardo Sapienza

martedì, ottobre 22, 2024

Morire con garbo

Morite pure, va bene, ma non lo fate

proprio quando è iniziata l'estate!

Perché allora ognuno pensa alle vacanze:

a Mombasa, a Majorca o in Provance.

Se proprio allora io muoio, con certezza

sarebbe una vera e propria sgarbatezza!

Bisogna morire con garbo. Chi è garbato

non muore certo in autunno inoltrato.

Non vorrei che al funerale quelli arrivati

mi mandassero al diavolo tutti inzuppati,

che si prendessero un solenne raffreddore,

per avermi compianto un paio d'ore.

Morire con tatto! Sarebbe un bel guaio

Se il funerale si svolgesse a gennaio.

O a febbraio, quando il freddo più si sente,

e all'idea del funerale trema la gente.

Non voglio che le persone commosse,

abbiano per questo le orecchie tutte rosse.

A primavera è il momento più adatto,

perché un malato grave muoia con tatto,

il vento di primavera il verde accarezza

e spazza via il lutto e la tristezza.

E la morte sembra un'inezia. Con coraggio

cercherò di rinviarla a metà maggio.

 

Jan Brzechwa, "Morire con tatto" tradotto da Paolo Statuti

lunedì, ottobre 21, 2024

Sta tranquilla!

Il disagio di quando non siamo neanche liberi di soffrire in pace, costretti ad una forzata serenità dall'imperativo "Sta' tranquillo!" scandito da parenti e amici. Una frase apparentemente innocua ma violentissima. La ribellione allo "Sta tranquilla!" è progressivamente sempre più consapevole. Che succede quando non solo non posso, ma neanche voglio stare tranquilla? Quando accetto di affondare negli strati più profondi di me, in zone di inconsapevolezza in cui ho paura, ma anche desiderio, di avventurarmi?  Chandra Livia Candiani, "I visitatori celesti" (Torino, Einaudi, 2024)

domenica, ottobre 20, 2024

Se non sai aspettare

Quando preghi devi aspettare

ogni cosa ha il suo tempo

lo sanno i profeti

continua a chiedere e lascia ogni aspettativa

l'inesaudito matura nel futuro

l'inavverato

è lì per accadere

il Signore sa già tutto anche in piena notte

dove corrono frenetiche le formiche

l'amore crederà l'amicizia comprenderà

non pregare se non sai aspettare.

 

Jan Twardowski

 

sabato, ottobre 19, 2024

Speranza

Sognare qualcosa di improbabile
ha un proprio nome.
Lo chiamiamo speranza.

Jostein Gaarder

venerdì, ottobre 18, 2024

Chi si contenta...

Invece è sempre valida e forte la convinzione che sia meglio la delusione rispetto al rimpianto, se non altro perché regala la consolazione di averci provato. E la consapevolezza di sapere che chi si accontenta forse gode, ma solo un po'. Quando chiedevano a Madre Teresa perché fosse rimasta a Calcutta, lei rispondeva: c'è sempre un posto dove puoi essere straordinario. Ecco, se ognuno pensasse di poter davvero lasciare un segno del proprio passaggio, anche piccolo se non straordinario, forse nel mondo ci sarebbero più bellezza e meno squallore.

 

Alberto Caprotti

giovedì, ottobre 17, 2024

Né, l'uno né l'altro

Invece ci sono persone che non hanno mai voglia di niente, e purtroppo non sono poche. Non sanno da che parte girarsi, non sanno che farsene neppure del tempo. Non sono mai contente di nulla, che poi è una delle più grandi povertà del mondo. Galleggiano nel limbo, vivono in grigio, ormai non sanno più se ridere o piangere, e nel dubbio non fanno né l'uno né l'altro. Non rischiano, vegetano. Confondono la felicità con quello che desiderano senza apprezzare il bello e il buono che hanno a portata di mano ogni giorno. Alberto Caprotti


martedì, ottobre 15, 2024

Disuguaglianze

La vita dei ricchi diviene sempre più fisicamente e socialmente separata

da quella del ceto medio e dei poveri. I ricchi dell'America Latina o dell'Africa

- che vivono in quartieri e compound rigidamente chiusi e spesso militarmente presidiati -

possono trovarsi su un pianeta diverso da quello in cui vive la "gente normale".

Ma anche dove i quartieri dei ricchi e quelli degli "altri" sono separati

solo dall'incerto confine di una strada o di un giardino,

i mondi degli uni e degli altri possono essere tra loro alieni.

Gli invisibili confini della disuguaglianza, non meno di quelli visibili,

rendono più difficile il coinvolgimento dei ricchi nelle politiche di aiuto ai poveri.

La disuguaglianza può ispessire lo schermo che permette di non vedere la povertà

e conduce a non curarsene senza troppi rimorsi di coscienza.


Andrea Boitani

lunedì, ottobre 14, 2024

Fraternità

Se si definisce la fraternità nei suoi effetti occorre subito dire che essa è la resistenza alla crudeltà del mondo. Perché da quando c'è l'umanità Polemos, il demone della guerra, è presente e si manifesta nella rivalità che giunge alla negazione, all'uccisione dell'altro come rivela il fratricidio di Abele da parte di Caino. Dalla prefazione di Papa Francesco al libro di Enzo Bianchi "Fraternità" (Einaudi, collana Frontiere, 2024).

domenica, ottobre 13, 2024

Aspirazione primordiale

Chi si mette in ricerca, vuol dire che si sente distante, vive una profonda nostalgia verso un luogo, una dimensione che gli manca. La vita terrena è caduca, c'è la malattia, c'è la morte. Anche inconsapevolmente, ognuno aspira a tornare verso l'origine, quella sorgente da cui tutto proviene. Antonella Lumini, "Monachesimo interiorizzato. Tempo di crisi, tempo di risveglio" (Paoline, 2021)

sabato, ottobre 12, 2024

Un po' qui, un po' là

Quindici secondi di purezza lì,

altri dieci secondi là:

con un po' di fortuna nella mia vita,

quando la lascerò,

ci sarà abbastanza purezza

da costituire un'ora.


Christian Bobin

venerdì, ottobre 11, 2024

Abbraccio più grande

Un uomo e una donna non reggono da soli a volersi bene a lungo, se non fanno esperienza di un abbraccio più grande, di una compagnia più grande, di una cerchia di amici che sorregge e conforta. Franco Nembrini

giovedì, ottobre 10, 2024

Incarnare l'amore

Le coppie di sposi mi colpiscono – lo dico sinceramente – per il loro coraggio e mi stanno insegnando cosa vuol dire dare la vita per un altro. Resto sempre meravigliato del loro desiderio di giocarsi la propria vita sulla vita di un altro: un altro che può sempre cambiare, tradire, venire meno. Sposarsi vuol dire limitare la propria vita: lasciare che l'altro diventi un confine per me. Vuol dire ritrarsi e fare spazio a un altro. Vuol dire accettare di essere tirati fuori ogni giorno dal proprio egoismo radicale. In altre parole, sposarsi vuol dire incarnare l'amore! Gaetano Piccolo

mercoledì, ottobre 09, 2024

Pazienza

Come può una società - che si fonda su sughi pronti, ricette di torte veloci, cene surgelate e fotocamere istantanee - insegnare la pazienza ai suoi giovani? Paul Sweeney


martedì, ottobre 08, 2024

Misericordia

Si condannano persone senza colpa ogni volta che l'amore non viene prima, quando pensiamo solo alla nostra rivalsa e alla nostra vittoria, quando l'egoismo viene prima. La giustizia è un grido che si eleva per amore, le leggi custodiscono l'amore e si deve lottare sempre per esse, anche pagandone il prezzo, però tutto e sempre per custodire il primato della misericordia. https://www.missionaridellavia.net/#/

lunedì, ottobre 07, 2024

Chi vuoi essere

Innanzitutto dì a te stesso chi vuoi essere;

poi fa' ogni cosa di conseguenza. 

 

Epitteto

domenica, ottobre 06, 2024

Giustizia

Se tutti avessero

quattro mele ciascuno

se tutti fossero forti come cavalli

se tutti fossero egualmente inermi

in amore

se ognuno avesse le stesse cose

nessuno sarebbe utile a nessuno

 

Grazie perché la Tua giustizia

è ineguaglianza

quello che ho e quello che non ho

persino quello che non ho

a chi dare

è sempre utile a qualcuno

 

è notte perché poi sia giorno

buio perché splenda una stella

c'è l'ultimo incontro e la prima

separazione

 

preghiamo perché altri

non pregano

crediamo perché altri non credono

moriamo per coloro

che non vogliono morire

amiamo perché ad altri

si è raffreddato il cuore

 

una lettera avvicina perché un'altra allontana

gli ineguali hanno bisogno

gli uni degli altri

è più facile per loro capire

che ognuno è per tutti

e cogliere l'insieme.


Jan Twardowski

sabato, ottobre 05, 2024

Ce ne sarà abbastanza per tutti

Siamo al paradosso,

l'unguento miracoloso che unirà

finalmente davvero l'Europa non saranno i diritti,

le lezioni dei padri fondatori, vincoli fiscali, legali, educativi:

sarà l'integrazione del complesso militar-industriale,

nemico fuori portata di tutti i volenterosi pacifismi.
È tutta una faccenda di soldi, di arraffare un gigantesco affare.

Mentre si chiudono le catene di montaggio delle automobili

e si raddoppiano quelle dei Leopard corrazzati,

il manager sintetizza siccitoso: «Ce ne sarà abbastanza per tutti».


Domenico Quirico, La Stampa, 16 settembre 2023