«Ségnati!». Era questo l'invito che, con tono abbastanza perentorio, rivolgeva a me bambino mia madre, in particolare quando entravamo o uscivamo da una chiesa, ma anche in altre situazioni, quali il passaggio di un carro funebre oppure la benedizione quaresimale della nostra casa. «Ségnati» voleva dire «fatti il segno della croce», ma non c'era bisogno di specificarlo, tanta era la confidenza con questo gesto semplice e profondissimo che sia lei che io, ben lontano dall'essere esperti di teologia, percepivamo come riassuntivo di tutta la nostra umile fede cristiana. Oggi so che tale confidenza ci collocava all'interno di una tradizione luminosa e secolare, risalente addirittura agli albori del cristianesimo, come ci ricordano le seguenti parole di Tertulliano, riportate da Gaetano Passarelli nel suo agile e interessante volumetto intitolato Breve storia del segno della croce (Graphe.it, pagine 44, euro 8,00): « Per tutte le nostre azioni, quando entriamo od usciamo, quando ci vestiamo o facciamo il bagno, seduti a tavola o accendendo una candela, quando andiamo a dormire o a sederci, all'inizio del nostro lavoro, facciamoci il segno della croce». Maurizio Schoepflin, Avvenire, 19 luglio 2023
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