Cosa getta un ponte senza pilastri sul buio vuoto della paura, dell'indecisione e degli alibi codardi? Il coraggio. Si afferma e si impone, non si sa come, non si sa da dove, quel "non so che", il fiat lux del coraggio. Nel caos dell'anima, immobile quanto più agitato da tentennamenti e scuse, irrompe tranciante, drastica e ineluttabile una decisione inaugurale che, protestando contro l'inerzia di una coscienza troppo avvertita, troppo lucida, calcolatrice e preveggente, crea qualcosa di nuovo. Non amando i fronzoli (né mentali né emotivi), il coraggio arriva subito al punto; mira al necessario, evitando tutto quanto dissipa la forza d'urto della decisione inaugurale. Perciò il coraggio assomiglia alla povertà, alla virtù che vede nel superfluo un'indecente perdita di tempo e di energie. «Beati i poveri in spirito»… anche perché in genere hanno coraggio da vendere. Vuoi vedere che chi accumula finirà per scoraggiarsi? Giovanni Cesare Pagazzi, L'Osseravtore Romano
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