A quanti gli chiedevano perché i religiosi cattolici stessero ancora in Algeria durante la guerra civile, che negli anni Novanta causò centocinquantamila morti, Pierre Claverie, vescovo e ora beato, rispondeva: «Non siamo mossi da non so quale perversione masochista o suicida. Restiamo là come al capezzale di un amico, di un fratello ammalato, in silenzio, stringendogli la mano, asciugandogli la fronte». Lorenzo Fazzini, Avvenire
Nessun commento:
Posta un commento