Caro Voltaire, hai curato la libertà,
ma trascurato parità e fraternità.
Libertà e relazione.
Se del relativo fai un assoluto, diventi idolatra.
È la morte tua e altrui.
Devi coniugare libertà con parità e fraternità.
Ma non solo nelle idee, che è già qualcosa.
Non ghigliottinarti:
la tua testa sia con il corpo, il tuo pensare con l'agire.
Non togliere all'umanesimo un Dio ignoto e sempre nuovo.
Questi apre l'uomo a libertà senza fine.
L'uomo è immagine di Dio.
Senza Dio diventa immagine di sé stesso.
Specchio che specchia sé stesso.
Nulla. O forse le cornici.
Eccoci al nodo:
Allora il Signore disse a Caino: Dov'è tuo fratello?
Egli rispose: Sono forse il responsabile di mio fratello? (Gn 4,9-10).
Il resto lo sai già.
Basta questo per capire la responsabilità.
Se ignoro l'altro come fratello,
crolla il castello di "libertà, parità, e fraternità".
Silvano Fausti, "Lettera a Voltaire. Contrappunti sulla libertà", Ed. Áncora
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