lo sono la voce di colui che grida nel deserto di quest'isola e per questo voi dovete ascoltarmi con attenzione, non con una attenzione qualunque, ma con tutto il vostro cuore e i vostri sensi. (...) Questa voce vi dice che siete tutti in peccato mortale e nel peccato voi vivete e morite a causa della crudeltà con cui opprimete questa razza innocente. Ditemi: quale diritto e quale giustizia vi autorizzano a mantenere gli Indiani in una schiavitù così orrenda? In nome di quale autorità avete iniziato una guerra così detestabile contro questi popoli che vivevano pacificamente nelle loro terre e dove voi ne avete distrutto un numero considerevole e dove molti sono stati uccisi in maniera ancora mai vista tanto essa è atroce? Come potete opprimerli e mantenerli schiavi senza dar loro da mangiare, senza curarli nelle malattie che prendono a causa dei lavori eccessivi cui voi li sottoponete e che li portano alla morte? Per parlare più esattamente: voi li uccidete per avere ogni giorno un po' più di oro.
Bartolomé de Las Casas, domenicano, difensore degli Indiani nelle colonie spagnole dell'America, riporta l'omelia che un altro domenicano, Antonio de Montesinos, rivolge una domenica ai coloni d'Hispaniola (Santo Domingo) nel 1511. Tratto da "Il cenacolo", luglio 2002.
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