È comune difetto degli uomini, non fare conto, nella bonaccia, della tempesta. Machiavelli
Come nasce questo blog? Da Claudio che invia regolarmente una e-mail ai suoi amici con brani acchiappati qua e la. Testi che aiutano a riflettere a farsi delle domande o a cercare delle risposte non banali, non conformiste, non retoriche. Al mio invito di raccoglierle in un blog, Claudio ha risposto più o meno...." se vuoi pensaci tu" E io ho raccolgo la sfida!
lunedì, gennaio 31, 2011
venerdì, gennaio 28, 2011
Senza fuggire
Il vero problema non è se puoi aiutare gli altri anche con le tue fragilità, ma se tu accetti di essere così, ed accettandolo cerchi, anche se con fatica, di fare lo stesso quello che ti è chiesto senza fuggire. Gabriella Tripani
mercoledì, gennaio 26, 2011
Amore e Libertà
L'amore funziona solo con la libertà.
La libertà funziona solo con l'amore. Christian Bobin
I frutti di bene presenti
Per quanto riguarda il mio essere sacerdote, fino a qualche anno fa era caratterizzato dalla spiritualità del seminatore chiamato a gettare il seme in un campo incolto: poi la scoperta che Gesù nel Vangelo parla anche di operai per la messe. Ora, la messe è il grano maturo. Questo ha cambiato tantissimo il mio modo di essere prete! Il mondo non è più un campo incolto nel quale seminare, ma un campo già fecondato dallo Spirito nel quale raccogliere i frutti di bene presenti! Che modo completamente diverso di entrare nelle famiglie, a scuola, nei gruppi...! don Francesco Cassol (1958-2010), il parroco di Longarone ucciso accidentalmente l'agosto scorso
lunedì, gennaio 24, 2011
Il sollievo di un popolo
Un'esistenza significativa va al di là della mera gratificazione di necessità materiali. Non tutto si può comprare col denaro, non tutti sono disposti ad essere comprati. Quando penso a un paese più ricco non penso alla ricchezza in denaro, penso alle minori sofferenze per le persone, al rispetto delle leggi, alla sicurezza di ciascuno, all'istruzione incoraggiata e capace di ampliare gli orizzonti. Questo è il sollievo di un popolo. San Suu Kyi
venerdì, gennaio 21, 2011
Chi sposiamo?
Non sposiamo una, ma tre persone diverse: quella che crediamo che sia, quella che è in realtà e quella che diventerà dopo essersi sposata con noi. Agenda missionaria
mercoledì, gennaio 19, 2011
domenica, gennaio 16, 2011
Solo l'amore e la morte
Mi dice la mia casa: "non abbandonarmi, il tuo passato è qui".
Mi dice la mia strada: "vieni, seguimi, sono il tuo futuro"'.
E io dico alla mia casa e alla mia strada: "non ho passato, non ho futuro".
Se resto qui, c'è un andare nel mio restare, se vado là c'è un restare nel mio andare.
Solo l'amore e la morte cambiano ogni cosa.
Kahlil Gibran
sabato, gennaio 15, 2011
Quattro fasi
Dapprima impariamo, poi insegniamo, poi ci ritiriamo e impariamo a tacere e, nella quarta fase, dobbiamo imparare a mendicare. C.M.Martini,Conversazioni notturne a Gerusalemme, pag 36
domenica, gennaio 09, 2011
Mi chiamo Nino
Io mi chiamo Nino e ho dieci anni. Vivo in più di mille periferie, ho parenti neri, bianchi e gialli e ogni giorno subisco soverchierie. La mia storia è un grido su bocche mute, una di quelle storie taciute. Io mi chiamo Nino e tu devi ascoltarmi: è da quando esisto che su di me alzano la voce e anche le mani. Il male che fa dentro tu non sai quant'è... La mia storia è un grido di sofferenza, in mezzo a troppa indifferenza... Forse molti si stupiranno che oggi abbia citato alcuni versi di "Ali e radici" di un cantautore come Eros Ramazzotti, a prima vista così lontano dal mio orizzonte culturale (e musicale). Eppure devo dire che il suo Nino, uno dei tanti ragazzi dispersi che anche in questa domenica incontreremo nelle strade delle nostre città, ha un volto e dice parole che nessuno può ignorare. C'è, infatti, un coro di grida mute che escono dalle labbra di tante creature umiliate: sono le «storie taciute» fatte di violenza, sfruttamento, degrado, storie che si consumano «in mezzo a troppa indifferenza». Nel testo del cantautore romano c'è, però, un'altra frase che cerca di infrangere la nostra indifferenza, che ci impedisce di guardare dall'altra parte e che ci vieta di ricorrere al solito alibi dell'intervento della società, della politica, dell'assistenza, del volontariato, pur di proseguire comodamente il nostro passeggio domenicale. Dice, infatti, Eros: «Non possiamo chiudere gli occhi, guarda lì quanto dolore, non possiamo chiudere gli occhi, dillo forte a chi non vuole vedere, il risveglio delle coscienze più non tarderà». Ecco, anche se ci turba la festa, Nino dev'essere ascoltato e la speranza è che la sua voce faccia fremere, almeno per un momento, i giovani che ascoltano in cuffia Ramazzotti e colpisca noi adulti inclini a considerare come un fastidio queste presenze di ragazzi sbandati, da affidare soltanto alla polizia o ai servizi sociali. Cristo ripete anche oggi: «Tutto ciò che avete fatto a uno solo di questi piccoli, l'avete fatto a me». Gianfranco Ravasi - Mattutino - Avvenire 9,1,2011