Come nasce questo blog?
Da Claudio che invia regolarmente una e-mail ai suoi amici con brani acchiappati qua e la.
Testi che aiutano a riflettere a farsi delle domande o a cercare delle risposte non banali, non conformiste, non retoriche.
Al mio invito di raccoglierle in un blog, Claudio ha risposto più o meno...." se vuoi pensaci tu"
E io ho raccolgo la sfida!
È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.
Siete disposti a dimenticare quel che avete fatto per gli altri e a ricordare quel che gli altri hanno fatto per voi? A ignorare quel che il mondo vi deve e a pensare a ciò che voi dovete al mondo? Ad accorgervi che i vostri simili esistono come voi, e a cercare di guardare dietro i volti per vedere il cuore avido di gioia? A capire che probabilmente la sola ragione della vostra esistenza non è ciò che voi avrete dalla Vita, ma ciò che darete alla Vita? A non lamentarvi per come và l'universo e a cercare intorno a voi un luogo in cui potrete seminare qualche granello di Felicità? Siete disposti a fare queste cose sia pure per un giorno solo? Allora per voi Natale durerà per tutto l'anno.
Ciò che cerchiamo è il trambusto che ci distoglie dal pensiero e ci distrae.Basterebbe togliere agli uomini tutte le distrazioni e comincerebbero a pensare a quello che sono, da dove vengono, dove vanno.B.Pascal - Pensieri
Ho perso un po' la vista, molto l'udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.Rita Levi Montalcini
Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato del camminatore. Felice chi comprende e vive questo pensiero: se non sei d'accordo con me, tu mi fai più ricco.Hélder Càmara
È vero ciò che dice un gesuita inglese: noi leggiamo il Vangelo come se non avessimo soldi in tasca, e usiamo i soldi come se non conoscessimo nulla del Vangelo.Alex Zanotelli
Il ruolo protettivo della famiglia è sacrosanto ed appartiene al concetto più profondo di famiglia, l'iperprotezione è probabilmente un concetto nuovo, una nuova funzione che la famiglia ha assunto probabilmente per rispondere efficacemente alle insidie di questa società, ma resta sempre un'aberrazione castrante; per cui concetti come "crescere" ed "assumersi le proprie responsabilità" appaiono obsoleti, privi di significato, privi di richiamo. Mauro Crosta, educatore della Città dei ragazzi
Ritenere di poter entrare nel regno di Dio soltanto perché protagonisti di gesti superficiali e formali di religione o di preghiere dette solo con le labbra..., è una autentica illusione. I giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire
Io vi dirò di me che sono un figlio del secolo, un figlio della miscredenza e del dubbio e che (lo so) lo resterò fino alla tomba. Quante terribili sofferenze mi è costata e mi costa ora questa sete di fede, la quale è tanto più forte nella mia anima, quanto più sono gli argomenti contrari. Dio mi manda minuti nei quali sono del tutto tranquillo; in questi minuti amo e trovo amabili le altre persone e in questi stessi minuti ho messo insieme un simbolo di fede in cui tutto per me è chiaro e santo. Questo simbolo di fede è molto semplice, eccolo: credere che non c'è nulla di più bello, di più profondo, di più simpatico, di più ragionevole (razumnee) di più virile e di più completo di Cristo, non solo, ma con amore geloso, mi dico che non ci può essere nulla. Non solo, ma se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è fuori della verità e fosse effettivamente così, che la verità è fuori di Cristo, preferirei rimanere con Cristo, piuttosto che con la verità, e cioè starei con Cristo anche se avesse torto.Fëdor Michajlovic Dostoevskij, appena uscito dai lavori forzati, dalla "casa dei morti", dove l'unico libro che si poteva leggere era il Vangelo, così scriveva a Natal'ja Vonvizina esprimendo una convinzione che avrebbe ribadito poi sino alla fine della sua vita.
Ogni guerra ci ricorda che l'uomo non è ancora uomo; ogni guerra mette in lutto l'umanità. L'uomo ucciderebbe ancora se vedesse davvero nell'uomo l'uomo? Evidentemente no! E se l'uomo non vede nell'altro un uomo è perché non vede se stesso come uomo. Viviamo ancora nella biologia, non siamo ancora una società di persone, siamo, secondo la classificazione scientifica, una specie animale: la specie umana.Maurice Zundel
La tenda di Abramo presso la quercia di Mamre era aperta sui quattro lati, perché il visitatore potesse entrarvi da qualunque parte arrivasse, senza essere costretto ad aggirarla. L'architettura dell'ospitalità non teme il vento.Sandro Tarter
Noi potremmo godere molta pace se non ci impicciassimo di quello che dicono e fanno gli altri e di quelle cose che non hanno alcun rapporto con il nostro miglioramento. Non può affatto rimanere a lungo in pace chi si immischia nei fatti altrui, chi va procurandosi occasioni di dissipazione, chi poco o nulla si raccoglie in se stesso. Beati dunque i semplici perché avranno tanta pace.Imitazione di Cristo: lib I, cap XI,1
Per far nascere una vita, oggi, il rapporto interpersonale diventa facoltativo, è una possibilità fra le altre. L'unico rapporto necessario è quello che si esaurisce in se stesso e con il proprio corpo. Con gli sviluppi della bio-ingegneria, l'originaria indivisibile unità fra l'universo maschile e quello femminile non è più necessaria. Nei confronti della nascita si verifica perciò una svolta antropologica, nel senso di una sconfitta della relazione, della dualità. Ma se non si può vivere che in relazione, si può nascere dalla solitudine?Gian Antonio Dei Tois
Amare è donare, offrire del "mio" all'altro; ma non è mai senza la giustizia, la quale induce a dare all'altro ciò che è "suo"… Non posso donare all'altro del mio, senza avergli dato, in primo luogo, ciò che gli compete secondo giustizia.Benedetto XVI "Caritas in veritate"- 6
C'è una bella differenza tra coniuge (da cum e iugum: colui o colei con cui divido il giogo), e compagno (da cum e panis: colui con il quale divido il pane): quest'ultimo è un semplice commensale, ma il pranzo lo divido con chi voglio, la sorte no.
Il consenso espresso il giorno delle nozze non è dunque soltanto un momento di particolare intensità nella vicenda sentimentale tra un uomo e una donna, ma è quell'atto unico e irripetibile che li fa diventare sposi, ossia definitivi debitori di reciproco amore.
E proprio l'esistenza di questo vincolo che segna la differenza tra amanti e sposi, tra il convivere e l'essere marito e moglie, tra il generare dei figli e l'essere famiglia.
Arturo Cattaneo, Franca & Paolo Pugni, "Matrimonio d'amore". Edizioni Ares, Milano 1997
È l'ora di una nuova fantasia della carità che si dispieghi non tanto e non solo nella efficacia dei soccorsi prestati ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante, ma come fraterna condivisione."Tertio millennio ineunte" - 6 gennaio 2001
La pace è la convivialità delle differenze. È qui il nostro compito storico: saper stare insieme a tavola. Non basta mangiare: pace significa mangiare con gli altri. Anche se i cento pani venissero distribuiti uno a testa, non sarebbe ancora pace, finché ognuno va a mangiarselo per conto suo. Non c'è pace perché non c'è convivialità delle differenze. Cioè la pace consiste nella solidarietà, simbolizzata da un'unica tavola dove tutti, oltre che mangiare, possono dialogare, scambiarsi le espressioni festose dell'amicizia e aggiungere una sedia in più per l'ospite in ritardo. E la pace accetta, anzi valorizza, non manipola le culture degli altri, non annulla il prossimo, ma lo esalta e lo accoglie come valore. Don Tonino Bello
La salvezza non si ottiene con la osservanza dei comandamenti ma con la sequela, e la sequela è possibile solo se si ama. Dammi un cuore che ama, e capirà ciò che dico. Dammi un cuore anelante, un cuore affamato, che si senta pellegrino e assetato in questo deserto, un cuore che sospiri alla patria della vita eterna ed egli capirà ciò che dico. Certamente se parlo ad un cuore arido non potrà capire.S. Agostino: in Jo. 26,4
Qualche tempo fa, sulla vetrina di una palestra, comparve un manifesto che rappresentava una ragazza spettacolare, accompagnata dalla scritta: "QUEST'ESTATE VUOI ESSERE SIRENA O BALENA ?"
Si dice che una donna, di cui non ci è pervenuta la tipologia fisica ha risposto alla domanda in questi termini :
Egregi signori,
le balene sono sempre circondate da amici (delfini, foche, umani curiosi), hanno una vita sessuale molto vivace, ed allevano dei cuccioli che allattano teneramente.
Si divertono come pazze coi delfini, e si strafogano di gamberetti.
Nuotano tutto il giorno e scoprono posti fantastici come la Patagonia, il mar di Barens o le barriere coralline della Polinesia.
Cantano benissimo e registrano talvolta dei CD.
Sono impressionanti e sono amate, difese ed ammirate da quasi tutti.
Le sirene non esistono.
Ma se esistessero farebbero la fila dagli psicologi in preda ad un grave problema di sdoppiamento della personalità (donna o pesce?).
Non avrebbero vita sessuale perché ucciderebbero tutti gli uomini che si avvicinano (e del resto come farebbero)?
Non potrebbero fare neanche bambini.
Sarebbero graziose é vero, ma solitarie e tristi. E del resto chi vorrebbe vicino una ragazza che puzza di pesce?
Non ci sono dubbi, io preferisco essere una balena.
P.S.
In quest'epoca in cui i media ci mettono in testa che solo le magre sono belle, io preferisco mangiare un gelato coi miei bambini, cenare con un uomo che mi piace, bere un vino rosso coi miei amici.
Noi donne prendiamo peso, perché accumuliamo tanta di quella conoscenza, che nella testa non ci sta più e si distribuisce in tutto il corpo.
Noi non siamo grasse, siamo enormemente colte. Ogni volta che vedo il mio sedere in uno specchio penso :"Mio Dio, come sono intelligente !".
Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l'immagine della rivoluzione cristiana che ha sparso per il mondo l'idea dell'uguaglianza tra gli uomini fino allora assente". A scrivere queste parole, il 22 marzo 1988, era Natalia Ginzsburg sulle pagine de "L'Unità" il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, allora organo del Partito Comunista Italiano.
Sottolineo questa profonda ineguaglianza sociale, perché da una parte trovo l'ipoalimentazione, la fame, dall'altra il benessere e lo spreco. Il Cristo ci dice: "Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha e così faccia chi ha da mangiare". Ma le cifre dell'ONU e della FAO parlano chiaro: oggi noi non spezziamo il nostro pane con il fratello perché lo amiamo solo a parole. P.Ezechiele Ramin
Alle porte della Chiesa verranno raccolte le offerte per la Giornata missionaria mondiale. Non vorrei però che quei soldi vi facessero sentire giustificati, a posto con la coscienza. È un atto di giustizia che dobbiamo rendere. Liberiamo l'uomo dalla fame, dalle malattie, rendiamolo un uomo libero testimoniando in questo modo il Cristo che è dentro di noi. Raoul Foullereau scrive: "Non è lecito essere felici da soli". A questo punto, amici, se non farete parte della soluzione, farete parte del problema; pensateci su e tirate le somme. P.Ezechiele Ramin
Nessun uomo nasce padre: la paternitàè il punto di arrivo della creatura, il punto in cui essa diviene immagine e somiglianza del Creatore. Ogni figlio può diventare padre, e ogni padre o madre - quando la vecchiaia, il dolore e la malattia l'hanno consumato - è di nuovo figlio nell'attenzione ormai paterna dei suoi figli, o è di nuovo orfano nel loro abbandono. Paolo De Benedetti
Da quando la pace ha cominciato a presentarsi in pubblico con la compagnia un po' sospetta della giustizia, quello della pace non solo è diventato il discorso più destabilizzante, ma che ha fatto capire tantissime cose.
Che non ci potrà mai essere pace finché i beni della terra sono così ingiustamente distribuiti.
Che guerra non è solo il tuono dei cannoni o l'esplosione delle atomiche o materiale chimico, ma la semplice esistenza, anche se subìta in rassegnato silenzio, di questo violento sistema economico. L'assurdo non è che nel mondo ci siano ricchi e poveri, ma che i ricchi diventino sempre più ricchi sulla pelle dei poveri che diventano sempre più poveri.
Che l'asse della pace o della guerra non passa tanto tra l'Est e l'Ovest, ma tra il Nord e il Sud; tra popoli ricchi e terzo mondo, sprofondato nei debiti e sull'orlo dell'abisso.
Forse ciascuno di noi con le mille violenze pubbliche e private che consuma ogni giorno, è complice e titolare dei focolai della guerra.
(Lettera Equipe Notre Dame n°116 – nov. dic. 2001)
La gelosia è la radice di tutti i mali, la sorgente delle stragi, il vivaio dei delitti, la sostanza delle colpe. Da lei sorge l'odio, da lei procede l'animosità. La gelosia infiamma l'avarizia, perché non può essere contento del suo, chi vede l'altro più ricco di sé. La gelosia eccita l'ambizione, se si vede qualcuno maggiormente onorato.S.Cipriano di Cartagine
L'identità cristiana si difende non con nuove cortine di ferro o di bambù, ma con la scelta dei valori evangelici. In una revisione del nostro modo di vivere dovremmo scandalizzarci per il fatto che molti fratelli e sorelle scappano da situazioni create dall'economia di ingiustizia di Paesi che pure si dicono immersi in una cultura cristiana. Mario Aldighieri
Avere di più, per i popoli come per le persone, non è lo scopo ultimo. Ogni crescita è ambivalente. Necessaria onde permettere all'uomo di essere più uomo, essa lo rinserra come in una prigione, quando diventa il bene supremo che impedisce di guardare oltre. Allora i cuori s'induriscono e gli spiriti si chiudono, gli uomini non s'incontrano più per amicizia, ma spinti dall'interesse, il quale ha buon gioco nel metterli gli uni contro gli altri e nel disunirli. La ricerca esclusiva dell'avere diventa così un ostacolo alla crescita dell'essere e si oppone alla sua vera grandezza: per le nazioni come per le persone, l'avarizia è la forma più evidente del sottosviluppo morale.
Paolo VI - Populorum progressio – 26 marzo 1967 – S.Pasqua – par. 19
Non sappiamo metterci nei panni dell'altro, perché ci hanno insegnato a diffidare dell'altro... Siamo in una società di specchi, dobbiamo sempre trovare l'approvazione negli occhi dell'altro: è il meccanismo della moda, del consumismo. Invece è la sobrietà che ci fa incontrare il povero, una sobrietà che ha la sua radice nel Vangelo, nel "perdere la vita per gli amici". suor Emmanuelle Marie
Partire è anzitutto uscire da sé. Rompere quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro "io". Partire è smetterla di girare in tondo intorno a noi, come se fossimo al centro del mondo e della vita. Partire è non lasciarsi chiudere negli angusti problemi del piccolo mondo cui apparteniamo: qualunque sia l'importanza di questo nostro mondo l'umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire. Partire non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche. Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro. Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore. E' possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni. Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato. Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi. Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta, con intelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ridà coraggio e gusto per il cammino. Camminare è andare verso qualche cosa; è prevedere l'arrivo, lo sbarco. Ma c'è cammino e cammino: partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia per costruire un mondo più giusto e umano.
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Dare la vita significa essere colmi di sacro stupore e di profondo rispetto davanti al mistero della persona; significa vedere al di là di tutto quello che è spezzato.... Ciò che conta è l'incontro con le persone, l'ascolto, la condivisione; tutto ciò, insomma, che si chiama misericordia: dare la libertà alle persone grazie alla qualità del nostro ascolto e della nostra attenzione, far loro sentire che sono importanti.... E così si diventa uomini di pace, operatori di pace. Jean Vanier
Quando la sofferenza sembra diventare insopportabile, non è di ragionamenti che ha bisogno la persona che soffre ma della presenza di chi prega, di un amico, di una partecipazione affettuosa. Soltanto queste cose possono, persino nella sofferenza che spaventa, rendere credibile un'altra Presenza, rendere sopportabile, minuto per minuto, il grave fardello, perché Presenza di Speranza, più forte di tutte le speranze perdute. Abbé Pierre
Il mondo Tu l'hai donato a tutti, affinché la terra sia una casa che tutti nutre e protegge. Accumulare pertanto è rubare, se il cumulo inutile impedisce ad altri di vivere. Angelo Comastri
Sapere che cosa siamo e che cosa dobbiamo essere, e come possiamo arrivare ad esserlo, è la questione più urgente per l'uomo. "Educare" significa condurre altre persone a diventare ciò che devono essere. Edith Stein
Sono convinto che se dobbiamo recitare il Padre nostro tra poco e qualcuno dice di prenderci per mano, fin qui è facile. Ma prenderci per mano per la strada, quello è difficile. Prendersi per mano in treno, quello è difficile, quando ci spintoniamo tutti quanti per avere un posto. Prendersi per mano nella vita, quello è molto più difficile. Tonino Bello
Danneggi te stesso. Quando ti capita qualcosa di male, non sei in pericolo tu, ma l'altro che ti fa il male, e può perire per questo, se tu non lo aiuti. Pertanto, per amore dell'altro e perché tu sei responsabile di lui, non ripagare il male con il male. Dietrich Bonhoeffer
L'invidia, la gelosia, la mormorazione, la calunnia, il dispiacere per la riuscita di un altro, la contentezza per il fiasco e le disgrazie del tuo vicino, sono tutte malattie dello spirito. Tutti ne abbiamo qualcuna. Sta' attento a non essere un ospedale ambulante!
Gesù è il Signore che ti guarisce! don Oreste Benzi
È l'egoismo che ci chiude gli occhi e ci lascia credere di essere umani, senza renderci conto delle situazioni di vita inumana che ci circondano, delle condizioni di schiavitù di cui anche noi siamo responsabili. Chi si è trovato nel bisogno, sui bordi di una strada, e ha visto le vetture sfrecciare veloci senza fermarsi, costui può capire il dramma di chi è lasciato ai margini. HelderCamara
Il demonio teme poco coloro che digiunano, coloro che pregano anche di notte, coloro che sono casti, perché sa bene quanti di questi ne ha portato alla rovina. Ma coloro che sono concordi e che vivono nella casa di Dio con un cuor solo, uniti a Dio e tra loro nell'amore, questi producono al demonio dolore, timore, rabbia. Questa unità della comunità non solo tormenta il nemico, ma anche attira la benevolenza di Dio. Questa è la città forte e inespugnabile.S.Bernardo
Se contro la violenza usi la violenza, si fa doppia violenza. Ci vuole il doppio di bene per arginare il male. Se scoppia un incendio che fai? Butti legna? No, acqua. Ecco, appunto! Ma non è facile. Questo, però, è il Vangelo. NELLE MANI DI GESÙ NON C'È LA SPADA, MA LA CROCE...don Andrea Santoro
Il solco della solidarietà è la sobrietà; queste due virtù, sovversive di un sistema che ingigantisce l'opulenza dei ricchi e scava la fossa degli ultimi, diventano il più efficace messaggio educativo per le generazioni che si affacciano all'orizzonte del nuovo millennio. Enrico Masseroni
Beato chi si alza presto per cercare la saggezza la trova seduta alla sua porta. Beato chi si consacra all'"inutile" gratuità entra in vacanza presso Dio. Beato chi prende semplicemente il tempo di esistere incontra l'Autore del settimo giorno. Beato chi si immerge nelle radici del suo essere sente la sorgente sgorgare in sé. Beato chi si riconosce mendicante di Assoluto dà un nome alla bramosia del suo grido. Beato chi scopre il proprio volto interiore precipita nella gioia. Beato chi dimentica perfino i propri peccati conosce il riposo dell'Amore. Beato chi guarda l'altro come Dio lo vede diventa ciò che contempla. Jacques Gauthier
Il santo curato d'Ars un giorno fu invitato a predicare in una parrocchia in cui gli uomini erano soliti uscire dalla chiesa durante il sermone. Il santo allora pensò bene di iniziare la sua predica in questo modo: Fratelli, oggi parlerò del furto. Chi tra voi si sente colpevole al riguardo farebbe bene ad uscire, perché dirò delle cose molto dure. Naturalmente, nessuno si sognò di andarsene prima del termine della messa. da "Imperfetta letizia: aneddoti dal mondo cristiano" a cura di GiusyBedetti, Gribaudi
Porto dentro di me questa frase: "Vivere in modo tale che il mio solo modo di vivere faccia pensare che è impossibile che Dio non esista"padre Guy Gilbert
Troppo spesso appellandoci all'unità della Chiesa e all'obbedienza, al rispetto delle norme e delle tradizioni, finiamo con il portare avanti, non il Vangelo ricevuto da Gesù Cristo, ma la sensibilità di una devozione legata alla cultura da cui proveniamo. Paolo Curtaz
[...] Nessuno pretende che il più grande comandamento del cristianesimo – ama il prossimo tuo – possa essere compreso e vissuto universalmente, in questa affluent e fatua società del jet set e del "Grande Fratello". Ma è opportuno che qualcuno ricordi alle comunità cristiane e sopratutto ai politici che hanno inneggiato al "respingimento" dei profughi, e che al primo accenno alle cellule staminali o alle unioni civili sbandierano una inossidabile religiosità, qualche concetto che sembra caduto nell'oblio. Come dicevano Giovanni e Pietro nelle loro Lettere: Deus caritas est. Senza retorica, sarebbe forse utile che certi nostri parlamentari provassero a rivalutare le loro decisioni ricorrendo ad un personaggio da loro stessi celebrato, Madre Teresa, che così definiva l'unico vero significato della nostra esistenza: "Combattere perché si riconosca Cristo in ogni uomo, arrivare a Dio amando le sue creature". Ci riflettano un momento in silenzio. Dopo, solo dopo, riprendano pure le loro interviste sulla "svolta storica" ecc.Massimo Gerosa – Avvenire 14 mag 2009 – pag. 35
Impara a sognare, cioè a vivere pienamente: i sogni non devono realizzarsi tutti, ma devono e possono spingerti oltre, portarti avanti, darti e conservarti il coraggio di sognare. Così non correrai il pericolo di fermarti stanco sul ciglio della strada, ma crederai di più nelle tue ali anche quando per paura non hai il coraggio di spiccare il volo. Oggi prova a volare! Cosa sogni? Questo ti dice chi sei molto meglio di ciò che fai. Dimmi cosa sogni e ti dirò chi sei! Siano grandi, coraggiosi, colorati i tuoi sogni, non ridimensionarli mai, non venderli e non svenderli mai! Niente è mai scontato in te e i tuoi sogni lo dimostrano! Abbi il coraggio di sognare, allora, e se vuoi conoscerti davvero guarda sempre ai sogni che hai e per i quali sei sempre pronto ad investire in speranza, non una volta soltanto, ma tutti i giorni!
Non c'è nulla che possa sostituire l'assenza di una persona a noi cara. Non c'è alcun tentativo da fare, bisogna semplicemente tenere duro e sopportare. Ciò può sembrare a prima vista molto difficile, ma è al tempo stesso una grande consolazione, perché finché il vuoto resta aperto si rimane legati l'un l'altro per suo mezzo. È falso dire che Dio riempie il vuoto; Egli non lo riempie affatto, ma lo tiene espressamente aperto, aiutandoci in tal modo a conservare la nostra antica reciproca comunione, sia pure nel dolore. Ma la gratitudine trasforma il tormento del ricordo in una gioia silenziosa. I bei tempi passati si portano in sé non come una spina, ma come un dono prezioso. Bisogna evitare di avvoltolarsi nei ricordi, di consegnarci ad essi; così come non si resta a contemplare di continuo un dono prezioso, ma lo si osserva in momenti particolari e per il resto lo si conserva come un tesoro nascosto di cui si ha la certezza. Allora sì che dal passato emanano una gioia e una forza durevoli.
Fa' digiunare il nostro cuore: che sappia rinunciare a tutto quello che l'allontana dal tuo amore, Signore, e che si unisca a te più esclusivamente e più sinceramente. Fa' digiunare il nostro orgoglio, tutte le nostre pretese, le nostre rivendicazioni, rendendoci più umili e infondendo in noi come unica ambizione, quella di servirti. Fa' digiunare le nostre passioni, la nostra fame di piacere, la nostra sete di ricchezza, il possesso avido e l'azione violenta; che nostro solo desiderio sia di piacerti in tutto. Fa' digiunare il nostro io, troppo centrato su se stesso, egoista indurito, che vuol trarre solo il suo vantaggio: che sappia dimenticarsi, nascondersi, donarsi. Fa' digiunare la nostra lingua, spesso troppo agitata, troppo rapida nelle sue repliche, severa nei giudizi, offensiva o sprezzante: fa' che esprima solo stima e bontà. Che il digiuno dell'anima, con tutti i nostri sforzi per migliorarci, possa salire verso di te come offerta gradita, meritarci una gioia più pura, più profonda.