Oggi la parola sangue ci brucia addosso.
Perché il sangue è un linguaggio che tutti capiamo, e che chiede conto a tutti.
Il sangue di Gennaro si mescola idealmente al sangue versato in Palestina, come in Ucraina
e in ogni terra ferita dove la violenza si crede onnipotente e invece è solo rumore.
Il sangue è sacro: ogni goccia innocente è un sacramento rovesciato.
Se potessi, raccoglierei in un'ampolla il sangue di ogni vittima
— bambini, donne, uomini di ogni popolo —
e lo esporrei qui, sotto queste volte,
perché nessun rito ci assolva dalla responsabilità,
perché la preghiera senta il peso di ogni ferita e non scivoli via.
E oggi, con pudore e con fuoco, dico:
è il sangue di ogni bambino di Gaza che metterei esposto in questa cattedrale,
accanto all'ampolla del santo.
Perché non esistono "altre" lacrime: tutta la terra è un unico altare.
Don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, 19 settembre 2026
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