martedì, dicembre 31, 2024

Ringraziare desidero

Ringraziare desidero il divino
per la diversità delle creature
 che compongono questo singolare universo,
 per la ragione,
 che non cesserà di sognare
 un qualche disegno del labirinto
 e l'uccello leggero che vola oltre, più in alto, più su.
 
 Ringraziare desidero per l'amore,
 che ci fa vedere gli altri come li vede la divinità,
 per il pane e il sale,
 per il mistero della rosa
 che prodiga colore e non lo vede.
 
 Ringraziare desidero
 per l'arte dell'amicizia,
 per l'ultima giornata di Socrate,
 per le parole che in un crepuscolo furono dette
 da una croce all'altra,
 per i fiumi segreti e immemorabili
 che convergono in noi,
 per il mare, che è un deserto risplendente
 e una cifra di cose che non sappiamo
 per il prisma di cristallo e il peso di ottone,
 per le strisce della tigre,
 per l'odore medicinale degli eucaliptus,
 e la speranza, la fiducia, la lavanda.
 
 Ringraziare desidero
 per il linguaggio, che può simulare la sapienza,
 per l'oblio, che annulla o modifica il passato,
 per la consuetudine,
 che ci ripete e ci conferma come uno specchio,
 per il mattino, che ci procura l'illusione di un inizio,
 per la notte, le sue tenebre e la sua astronomia,
 per il coraggio e la felicità degli altri,
 per la patria, sentita nei gelsomini
 per lo splendore del fuoco
 che nessun umano può guardare senza uno stupore antico
 e per il mare che è il più dolce fra tutti gli dei.

 Ringraziare desidero perchè
 sono tornate le lucciole,
 le nuvole disegnano,
 le albe spargono brillanti nei prati,
 e per noi
 per quando siamo ardenti e leggeri
 per quando siamo allegri e grati.
 
 Io ringraziare desidero
 per la bellezza delle parole, natura astratta di dio
 per la lettura e la scrittura, che ci fanno sfiorare noi stessi e gli altri
 per la quiete della casa,
 per i bambini che sono nostre divinità domestiche
 per l'anima, perchè consola il mio girovagare errante,
 per il respiro che è un bene immenso,
 per il fatto di avere una sorella.
 
 Io ringraziare desidero
 per tutti quelli che sono piccoli liberi e limpidi
 per le facce del mondo che sono varie
 per quando la notte si dorme abbracciati
 per quando siamo attenti e innamorati, fragili e confusi,
 cercatori indecisi.
 
 Ringrazio dunque
 per i nostri maestri immensi
 per tutti i baci d'amore,
 e per l'amore che ci rende impavidi.
 Per i nostri morti che fanno della morte un luogo abitato,
 e per i nostri vivi, che rendono la vita uno specchio fatato.
 Per i figli,
 col futuro negli occhi,
 perchè su questa terra esiste la musica,
 per la mano destra e la mano sinistra, e il loro intimo accordo
 per i gatti per i cani esseri fraterni carichi di mistero,
 per il silenzio che è la lezione più grande
 per il sole, nostro antenato.
 
 Ringraziare desidero
 per Whitman, Presti e Francesco d'Assisi,
 che scrissero già questa poesia,
 per il fatto che questa poesia è inesauribile
 e si confonde con la somma delle creature
 e non arriverà mai all'ultimo verso
 e cambia secondo gli uomini.
 
 Ringraziare desidero
 per i minuti che precedono il sonno,
 per il sonno e la morte,
 quei due tesori occulti,
 per gli intimi doni che non elenco,
 per la gran potenza d'antico amor
 per amor che muove il sole e l'altre stelle
 e muove tutto, in noi....

Mariangela Gualtieri

lunedì, dicembre 30, 2024

Per l'anno che sta per cominciare

Regalarsi un po' di ottimismo,
imparare dagli innamorati:
gli unici che osano ancora
coniugare i verbi al futuro.
Credere con convinzione in qualcuno,
in qualcosa, anche fosse solo un'idea,
qualunque essa sia:
questo probabilmente può bastare
per dare un senso ai prossimi dodici mesi.
Dovremmo puntare ad avere una nuova anima,
una nuova spina dorsale,
nuove orecchie e occhi nuovi.
Belle parole, ma piene di fumo.
Forse basterebbe vivere in rimonta,
convincendoci che c'è sempre
un secondo tempo da giocare,
Con tutto il cuore che abbiamo.
Perché la vita è più semplice
quando la si affronta con la logica di una passione:
i cinici non sanno più neanche come si faccia.
Ma molti, per quanto piegati da un anno difficile,
concorderanno che la riscossa non può che partire da lì.

Alberto Caprotti

domenica, dicembre 29, 2024

Qualche parola sull'anima

L'anima la si ha ogni tanto.
Nessuno l'ha di continuo
e per sempre.

Giorno dopo giorno,
anno dopo anno
possono passare senza di lei.

A volte
nidifica un po' più a lungo
sole in estasi e paure dell'infanzia.

A volte solo nello stupore
dell'essere vecchi.

Di rado ci da una mano
in occupazioni faticose,
come spostare mobili,
portare valige
o percorrere le strade con scarpe strette.

Quando si compilano moduli
e si trita la carne
di regola ha il suo giorno libero.

Su mille nostre conversazioni
partecipa a una,
e anche questo non necessariamente,
poiché preferisce il silenzio.

Quando il corpo comincia a dolerci e dolerci,
smonta di turno alla chetichella.

È schifiltosa:
non le piace vederci nella folla,
il nostro lottare per un vantaggio qualunque
e lo strepito degli affari la disgustano.

Gioia e tristezza
non sono per lei due sentimenti diversi.
È presente accanto a noi
solo quando essi sono uniti.

Possiamo contare su di lei
quando non siamo sicuri di niente
e curiosi di tutto.

Tra gli oggetti materiali
le piacciono gli orologi a pendolo
e gli specchi, che lavorano con zelo
anche quando nessuno guarda.

Non dice da dove viene
e quando sparirà di nuovo,
ma aspetta chiaramente simili domande.

Si direbbe che
così come lei a noi,
anche noi
siamo necessari a lei per qualcosa.


"Qualche parola sull'anima" di Wisława Szymborska

sabato, dicembre 28, 2024

venerdì, dicembre 27, 2024

Illogica bontà

Oltre al bene grande e minaccioso,
esiste la bontà di tutti i giorni.
La bontà della vecchia
che porta un pezzo di pane a un prigioniero,
la bontà del soldato
che fa be
re dalla sua borraccia un nemico ferito,
la bontà della gioventù
che ha pietà della vecchiaia,
la bontà del contadino
che nasconde un vecchio ebreo nel fienile.
È la bontà dell'uomo per l'altro uomo,
una bontà senza testimoni, piccola, senza grandi teorie.
La bontà illogica, potremmo chiamarla.
In quest'epoca tremenda, un'epoca di follie
commesse nel nome della gloria di Stati e nazioni
o del bene universale,
in quest'epoca di terrore e follia insensata,
la bontà spicciola,
granello radioattivo sbriciolato nella vita,
non è scomparsa.

Vasilij Semënovič Grossman, "Vita e destino"

giovedì, dicembre 26, 2024

Natale

Perché  c'è il santo Natale?

Perché fissiamo la stella in cielo?

Perché intoniamo i canti natalizi?

  

Per imparare l'amore di Gesù.

Per stringerci la mano.

Per sorriderci

e perdonarci l'un l'altro.

 

Jan Twardowski

martedì, dicembre 24, 2024

Natale

Lo attraversammo quasi di corsa
il reparto degli infetti
reietti perfino dalla vista,
dalla medicheria arrivarono grida
impossibile alzare lo sguardo,
vedemmo solo un corpo scarnito
passato da mille tubi trasparenti
e ancora l'atroce dolore urlato.
Uscimmo all'aria aperta
come riemersi dall'abisso,
di noi il più anziano mi si girò contro:
"tu che tanto speri e tanto credi
spiegami una possibile giustizia
di quell'agonia morte futura".
Non risposi ma una voce
si alzò alta dalle viscere
"per questo credo di più ancora".

(Padiglione Spellman)

Daniele Mencarelli "BAMBINO GESÙ, Ospedale Pediatrico" (Ed Nottetempo),
L'autore ha lavorato come operaio all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma

lunedì, dicembre 23, 2024

Natale

La tua piccola testa pelata
il colorito avorio spento
ha poco a che fare col sorriso
malgrado la chemio in bella mostra,
non sono io ma tu a confortarmi
con la tua aria da giocatore
quando colpisci con forza il pallone,
quasi mi dimentico la secchezza paurosa
le spalle ingobbite dentro il pigiama,
ma ridi per il liscio di tua madre
e la tua risata è come un canto
che tutti proviamo ad imitare,
non riesco a pensarti morente.

(Padiglione Salviati)

Daniele Mencarelli "BAMBINO GESÙ, Ospedale Pediatrico" (Ed Nottetempo),
L'autore ha lavorato come operaio all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma

domenica, dicembre 22, 2024

Natale

Una mattina come tutte le altre
sole e piccioni freschi in cielo,
"prima o poi doveva capitarti",
così gli altri operai mi dissero.
Non ho ricordi ad aiutarmi
tranne il tavolo d'acciaio bucherellato,
gli arnesi riposti nelle vetrate
l'odore pungente della formalina.
Ancora pago quell'attimo
quell'unico attimo di innata curiosità,
ricordo barattoli e niente altro,
più che altro niente voglio raccontarti,
se non lo specchio al lato della stanza
Che rifletteva uno frenetico a spazzare
a finire il prima possibile il suo dovere,
sudato zuppo con gli occhi vitrei allucinati.


(Pio XII, sala autopsie)

Daniele Mencarelli "BAMBINO GESÙ, Ospedale Pediatrico" (Ed Nottetempo),
L'autore ha lavorato come operaio all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma

sabato, dicembre 21, 2024

Natale

T'ho salutato per sei mesi
pensandoti impiegata o segretaria
di chissà quale ufficio dentro il paese,
poi l'anziano collega mi spiegò bene
la tua vera professione dento l'ospedale,
vivere da cinque anni dietro a un figlio,
un lavoro che nessuno potrà toglierti
per quanto sarà lunga la tua vita.
Ma tu della fatica ne fai un sorriso
del sacrificio una saggezza pratica.
Oggi sulla panchina ti godi il tempo
limpido e fresco com'è d'autunno a Roma.

(Padiglione Pio XII)

Daniele Mencarelli "BAMBINO GESÙ, Ospedale Pediatrico" (Ed Nottetempo),
L'autore ha lavorato come operaio all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma

venerdì, dicembre 20, 2024

Natale

Caro Dio,

grazie di essere venuto.

Hai scelto davvero il momento giusto, perché non stavo bene.

Forse anche perché eri rimasto turbato dalla mia lettera di ieri...

Quando mi sono svegliato, ho pensato che avevo novant'anni

e ho girato la testa verso la finestra per guardare la neve.

E allora ho indovinato che venivi. Era mattino. Ero solo sulla terra.

Era talmente presto che gli uccelli dormivano ancora, che persino l'infermiera di notte,

la signora Ducru, aveva dovuto schiacciare un pisolino e tu cercavi di fabbricare l'alba.

Facevi fatica, ma insistevi. Il cielo impallidiva. Tingevi l'aria di bianco, di grigio, di azzurro,

respingevi la notte, risvegliavi il mondo. Non ti fermavi.

È stato allora che ho capito la differenza fra te e noi:

tu sei un tipo infaticabile! Uno che non si stanca. Sempre al lavoro.

Ed ecco il giorno! Ed ecco la notte! Ed ecco la primavera! Ed ecco l'inverno!

Ed ecco Peggy Blue! Ed ecco Oscar! Ed ecco Nonna Rosa! Che salute di ferro!

Ho capito che eri qui. Che mi rivelavi il tuo segreto:

ogni giorno guarda il mondo come se fosse la prima volta.

Allora ho seguito il tuo consiglio con impegno. La prima volta.

Contemplavo la luce, i colori, gli alberi, gli uccelli, gli animali.

Sentivo l'aria che mi passava nelle narici e mi faceva respirare.

Udivo le voci che salivano nel corridoio come nella volta di una cattedrale.

Mi trovavo vivo. Fremevo di pura gioia. La felicità di esistere. Ero incantato.

Grazie, Dio, di aver fatto questo per me.

Avevo l'impressione che mi prendessi per mano

e che mi conducessi nel cuore del mistero a contemplarlo.

Grazie.

A domani, baci,

Oscar.


Eric-Emmanuel Schmitt, "Oscar e la dama in rosa", edizioni e/o

giovedì, dicembre 19, 2024

Natale

Nel grembo di Maria giaceva il Bimbo
la sua chioma era simile a una luce
(stanco e disfatto è il mondo, ma qui tutto
proprio tutto va bene).
Sul seno di Maria giaceva il Bimbo
la sua chioma era simile a una stella
(sono astiosi e astuti tutti i re
ma qui sinceri i cuori).
Sul cuore di Maria giaceva il Bimbo
ed era la sua chioma come il fuoco
(stanco è il mondo, ma del mondo
è questo il desiderio).
Stava Cristo alle ginocchia di Maria
la sua chioma pareva una corona.
E tutti i fiori a lui guardavano su
tutte le stelle giù.


G.K. Chesterton, "Canto di Natale"

mercoledì, dicembre 18, 2024

Babbo Natale

Nel 1897 una bambina scrisse al New York Sun
dicendo che i suoi amici le avevano detto che Babbo Natale era un'invenzione.
Non esisteva. Voleva che il giornale le dicesse la verità.
E il Sun, con un editoriale che oggi nessun giornalista
avrebbe più il coraggio di scrivere, rispose:
«Cara Virginia, i tuoi amici si sbagliano.
Sono vittime dello scetticismo dei nostri scettici tempi.
Credono solo alle cose che vedono.
Eppure, Virginia, Babbo Natale, esiste allo stesso modo in cui esistono
l'amore, la generosità, la devozione.
E tu sai che queste cose esistono, abbondano,
e sono le cose che danno alla tua vita la sua bellezza e la sua gioia.
Perché le cose più reali sono quelle che né i bambini né i grandi riescono a vedere».

Tiziano Terzani, "Un altro giro di giostra"

martedì, dicembre 17, 2024

nascite

La nascita è l'arrivo
di qualcuno venuto da un altrove
che deve sentirsi il benvenuto
e che deve avere l'impressione
di arrivare in un luogo in cui gli esseri umani
sono pronti a ricevere i suoi doni.

Sobonfu Somé, scrittrice burkinabé

lunedì, dicembre 16, 2024

ospitalità

Nel Benin,
se vedi una giara d'acqua posata sotto un albero
davanti a una casa, sappi che è per te, straniero di passaggio;
non c'è bisogno di bussare alla porta (...).
Lo straniero che passa può essere la rappresentazione
o la metamorfosi di un dio che viene a rendersi conto
del modo in cui verrà ricevuto.

Raymond Johnson, pioniere della psichiatria nel Togo, suo Paese natale,
ed esperto dell'Organizzazione mondiale della sanità,
in "Origini. 365 pensieri di saggi dell'Africa" (L'Ippocampo, 2018).

domenica, dicembre 15, 2024

Incontro

Sono cattolica
e il mio incontro con Dio
è un incontro nella storia
non fuori dalla storia.
Tutto quello che ho fatto nella vita
l'ho fatto nella convinzione
di stare dentro il progetto di Dio.
Non c'è un giorno nella mia vita
in cui non ricordi di essere stata credente.


Michela Murgia citata da Marinella Perroni in "Colloqui non più possibili" (Piemme)

sabato, dicembre 14, 2024

Troppopieno

Come abbiamo fatto a dimenticare
di stabilire un limite alla ricchezza?
Seppur alto e altissimo, ma a un certo punto basta:
non possiamo vivere in una società
dove un uomo può arricchirsi all'infinito;
ogni contenitore ha un troppopieno,
e dovrebbe averlo anche l'uomo.

Alice Rohrwacher

venerdì, dicembre 13, 2024

Santa Lucia

Santa Lucia, per tutti quelli che hanno occhi
E un cuore che non basta agli occhi
E per la tranquillità di chi va per mare
E per ogni lacrima sul tuo vestito
Per chi non ha capito

Santa Lucia per chi beve di notte
E di notte muore e di notte legge
E cade sul suo ultimo metro
Per gli amici che vanno e ritornano indietro
E hanno perduto l'anima e le ali

Per chi vive all'incrocio dei venti
Ed è bruciato vivo
Per le persone facili che non hanno dubbi mai
Per la nostra corona di stelle e di spine
E la nostra paura del buio e della fantasia

Santa Lucia, il violino dei poveri è una barca sfondata
E un ragazzino al secondo piano che canta, ride
E stona perché vada lontano
Fa che gli sia dolce anche la pioggia delle scarpe
Anche la solitudine


Francesco De Gregori

giovedì, dicembre 12, 2024

Luci di Natale

È Natale da fine ottobre.
Le lucette si accendono sempre prima,
mentre le persone sono sempre più intermittenti.
Io vorrei un dicembre a luci spente
e con le persone accese.

Charles Bukowski

mercoledì, dicembre 11, 2024

poveri

I poveri non sono dei ricchi senza soldi.

Frédéric-Marie Le Méhauté, "Rivelato ai piccoli. Una teologia in ascolto dei più poveri"

martedì, dicembre 10, 2024

Quanti anni ho?

Quanti anni ho?
Ho l'età in cui le cose si osservano con più calma,
ma con l'intento di continuare a crescere.
Ho gli anni in cui si cominciano ad accarezzare i sogni con le dita
e le illusioni diventano speranza.
Ho gli anni in cui l'amore, a volte, è una folle vampata,
ansiosa di consumarsi nel fuoco di una passione attesa.
E altre volte, è un angolo di pace, come un tramonto sulla spiaggia.
Quanti anni ho, io? Non ho bisogno di segnarli con un numero,
perché i miei desideri avverati,
le lacrime versate lungo il cammino al vedere le mie illusioni infrante valgono molto più di questo.
Che importa se compio venti, quaranta o sessant'anni!
Quel che importa è l'età che sento.
Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure.
Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l'esperienza acquisita e la forza dei miei sogni.
Quanti anni ho, io? A chi importa!
Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento.


José Saramago, "Quanti anni ho?"

lunedì, dicembre 09, 2024

Rinascere

Le persone si incontrano per rinascere.
Nascere non basta mai a nessuno.

Franco Arminio

domenica, dicembre 08, 2024

inutile

La parola "inutile" è ciò che rende più l'idea di ciò che nella vita è importante.
Tutte le cose più importanti e necessarie della vita si presentano a noi come 'inutili'.
Letteralmente inutile significa che "non porta un utile",
e se non porta un utile allora è fuori dalla logica del profitto.
Il mondo ragiona con la logica del profitto, Dio ragiona con la logica dell'amore.
Infatti l'amore vero è inutile.
La vita spirituale è inutile.
L'amicizia vera è inutile.
La gioia che conta è inutile.
Baciare chi ami è inutile.
Sacrificarsi per un figlio è inutile.
Consacrarsi a Dio è inutile.
Amare per tutta la vita qualcuno è inutile.
Cambiare il mondo è inutile.
Se tutte queste cose le facessimo per averne un utile,
un contraccambio, allora non sarebbero così belle e importanti.
È proprio perché invece le facciamo in maniera gratuita
(che è l'altro modo di dire inutile)
che ciascuna di queste cose può renderci felice.

Luigi Maria Epicoco

sabato, dicembre 07, 2024

A cosa serve la scuola?

Qualcuno ti dirà che la scuola
serve solo se riesce a trovarti un lavoro.
Non credergli.
La scuola serve
se riesce a fornirti gli strumenti per
gestire un sentimento,
smascherare un ciarlatano
e ammirare un tramonto,
non solo una vetrina.

Massimo Gramellini

venerdì, dicembre 06, 2024

Essere felice

Quando ero piccolo,
a scuola mi domandarono cosa volessi fare da grande.
Io scrissi "Essere felice".
Mi dissero che non avevo capito il compito,
e io risposi che loro non avevano capito la vita. 

ohn Lennon, citato da Alberto Caprotti (Avvenire)

giovedì, dicembre 05, 2024

Scegliere

Quando ti viene data la possibilità
di scegliere se avere ragione o essere gentile,
scegli di essere gentile.

Wayne W. Dyer

mercoledì, dicembre 04, 2024

Resistenti

Resistenti si nasce e si diventa allo stesso tempo.
Può accadere per le circostanze
o per scelta lungamente meditata e educata
da anni di esilio dal pensiero dominante,
i "resistenti" si riconoscono, appunto, col tempo,
solo garante in questo caso della serietà della resistenza.
Uno sguardo differente sulla realtà,
l'uso attento e oculato delle parole,
la profonda libertà di pensiero e di credo quotidiano
e, infine, il rifiuto alle lusinghe del potere
che solo la prossimità coi poveri può garantire.
Questo e altro offrono a questa insostituibile categoria di persone
il diritto di parole e di silenzio.
Il futuro del mondo passa tutto tra le le loro mani nude.

Mauro Armanino

martedì, dicembre 03, 2024

Tentare

Bisognerebbe tentare

di essere felici,

non fosse altro

che per dare l'esempio.

 

Jacque Prévert

lunedì, dicembre 02, 2024

domenica, dicembre 01, 2024

La Scrittura

Si sente dire: "Non è mio compito leggere la Scrittura.
Tocca a coloro che hanno rinunciato a questo mondo".
Ebbene, io vi dico che avete più bisogno delle Scritture voi che non i monaci.
Quanto ad essi, ciò che li salva è il loro genere di vita!
Voi, al contrario, siete nel pieno della mischia,
siete esposti senza tregua a nuove ferite.
Perciò voi avete bisogno della Scrittura:
un bisogno continuo per attingervi la forza...
Molti mi diranno: "E gli affari... e il lavoro?".
Bel pretesto, in verità!
Voi discutete con i vostri amici...
andate allo spettacolo...
assistete agli incontri sportivi... Allora?
Quando si tratta della vita spirituale pensate che sia cosa senza importanza?
Ah, dimenticavo! Vi è un'altra scusa: "Noi non abbiamo libri!".
Questo pretesto merita solo una bella risata!

Giovanni Crisostomo