sabato, novembre 23, 2024

Son tornati

Non ci crederai
ma sono tornati lupi
travestiti da agnelli... bulli...
arroganti e le facce ghignanti.
Con i loro deliri... i loro dileggi...
la loro propaganda...
e la stessa ignoranza.


Vasco Rossi a suo padre deportato dai nazisti e internato militare in Germania

venerdì, novembre 22, 2024

Al Sinodo

Cardinali e vescovi sedevano accanto a giovani, donne dall'America Latina, religiosi e religiose.
La persona più giovane aveva 19 anni e veniva dal Wyoming.
Tutti i membri del Sinodo erano coinvolti in "conversazioni nello spirito".
A tutte le persone al tavolo veniva chiesto di parlare per quattro minuti.
Nessuno poteva interrompere.
Poi, dopo un breve momento di silenzio, un giro di reazioni e, infine,
una valutazione su dove si concordava, si discordava o si sarebbe potuti convergere.
Ogni tavolo aveva un facilitatore, spesso una donna,
che fermava chiunque - cardinali inclusi - parlasse troppo a lungo.
Un arcivescovo del Vaticano mi disse: «Guardi quei cardinali romani.
Sono costretti ad ascoltare i battezzati in rispettoso silenzio.
Non saranno mai più come prima».

Timothy Radcliffe

giovedì, novembre 21, 2024

Il tempo

Il tempo, lo sappiamo,
fa il lavoro per il quale è stato inventato.
Si potrebbe affermare che è un "galantuomo"
perché seleziona ciò che si è in grado di ricordare,
ciò che è degno di memoria
e ciò che invece va posto nel magazzino sotto chiave
per la sua pericolosità.

Mauro Armanino

mercoledì, novembre 20, 2024

Camminare

Camminare
è un atto etico ed eroico,
eversivo e paziente,
addomestica
l'animale che ci abita.


Carlos Solito, "Il cammino di Padre Pio. Da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo"
(San Paolo, pagine 128, euro 12,90)

martedì, novembre 19, 2024

Accoglienza

Accogliere, integrare
dicono lo stile della giustizia di una società veramente umana,
che vuole ridefinire la sua fisionomia informandola,
cioè assumendo la forma dell'amore corposo,
dell'amore che genera legami e consente l'unità
e la coesione spirituale, sociale, economica, politica, fraterna.
Uomini tutti, vita per tutti, fratelli tutti!

Antonio Staglianò

lunedì, novembre 18, 2024

Valori

Per una società che conosce i valori del cristianesimo
non è solo un problema di carità,
ma soprattutto è una questione di giustizia:
se giusto è «dare a ciascuno il suo»,
bisogna, con responsabilità di coscienza umana,
capire che «molto di quello che ho ed è mio»,
appartiene all'altro,
anche al migrante che giunge sulle nostre coste.

Antonio Staglianò

domenica, novembre 17, 2024

risposte

Quando si vivono le domande,
forse, piano piano, si finisce,
senza accorgersene,
col vivere dentro alle risposte
celate in un giorno che non sappiamo.


Rainer Maria Rilke

sabato, novembre 16, 2024

Guerra

Per tutto l'inverno i nostri principali nemici furono la pioggia e la stanchezza.
Andavo a dormire marciando e mi svegliavo per ritrovarmi ancora in marcia.
Nonostante gli alti stivali di gomma, l'acqua nelle trincee ci arrivava sopra il ginocchio;
ricordo ancora la gelida fiumana che si rovesciava fuori degli stivali quando ci capitava di forarli contro il filo spinato.
La familiarità con i morti di data antica o recente
riconfermò in me l'idea che mi ero formata dei cadaveri al momento della morte di mia madre.
Imparai a conoscere, a compatire e a rispettare l'uomo comune:
e in particolare il caro sergente Ayres, che venne (credo) ucciso dalla stessa granata che ferì me […].
Ma, per il resto, la guerra — con la paura, il freddo, l'odore degli esplosivi,
gli uomini orribilmente maciullati che ancora si muovevano come scarafaggi mezzo schiacciati,
i cadaveri seduti o in piedi, il paesaggio di terra brulla senza un filo d'erba,
gli stivali indossati notte e giorno fino a che non sembravano essersi incollati ai piedi
— altro non è che un raro e pallido ricordo.
È troppo estraneo al resto delle mie esperienze
e spesso ho la sensazione che sia accaduto a un altro.

Clive Staples Lewis, nell'autobiografia «Sorpreso dalla gioia»

venerdì, novembre 15, 2024

Dar forma alla vita

Un uomo
non può semplicemente
astrarre dalla sua sessualità
nel dar forma alla sua vita
e nell'adempimento dell'immagine
di Dio in lui.


Hans Urs von Balthasar

giovedì, novembre 14, 2024

Sull'Oceano

Quando arrivai, verso sera, l'imbarco degli emigranti era già cominciato da un'ora,
e il Galileo, congiunto alla calata da un piccolo ponte mobile, continuava a insaccar miseria:
una processione interminabile di gente che usciva a gruppi dall'edilizio dirimpetto, dove un delegato della Questura esaminava i passaporti.
La maggior parte, avendo passato una o due notti all'aria aperta, accucciati come cani per le strade di Genova, erano stanchi e pieni di sonno.

Operai, contadini, donne con bambini alla mammella,
ragazzetti che avevano ancora attaccata al petto la piastrina di latta dell'asilo infantile,
passavano, portando quasi tutti una seggiola pieghevole sotto il braccio, sacche e valige d'ogni forma alla mano o sul capo,
bracciate di materassi e di coperte, e il biglietto col numero della cuccetta stretto fra le labbra.
Delle povere donne che avevano un bambino da ciascuna mano, reggevano i loro grossi fagotti coi denti;
delle vecchie contadine in zoccoli, alzando la gonnella per non inciampare nelle traversine del ponte,
mostravano le gambe nude e stecchite; molti erano scalzi, e portavan le scarpe appese al collo.

Di tratto in tratto passavano tra quella miseria
signori vestiti di spolverine eleganti, preti,
signore con grandi cappelli piumati,
che tenevano in mano o un cagnolino,
o una cappelliera...

Dopo di che la sfilata degli emigranti ricominciava:
visi e vestiti d'ogni parte d'Italia, robusti lavoratori dagli occhi tristi,
vecchi cenciosi e sporchi, donne gravide, ragazze allegre, giovanotti brilli.
villani in maniche di camicia, e ragazzi dietro ragazzi che,
messo appena il piede in coperta, in mezzo a quella confusione di passeggeri,
di camerieri, d'ufficiali, d'impiegati della Società e di guardie di dogana, rimanevano attoniti,
o si smarrivano come in una piazza affollata.

Due ore dopo che era cominciato l'imbarco,
il grande piroscafo, sempre immobile,
come un cetaceo enorme che addentasse la riva,
succhiava ancora sangue italiano.

Edmondo De Amicis, "Sull'oceano" 1889


Tratto da "Nonni do Brasil", racconti di emigranti italiani, a cura di Oliviero Pluviano

mercoledì, novembre 13, 2024

autunno

Il gatto rincorre le foglie
secche sul marciapiede.
Le contende (vive le crede)
alla scopa che le raccoglie.

Quelle che da rami alti
scendono rosse e gialle
sono certo farfalle che
sfidano i suoi salti.

La lenta morte dell'anno
non è per lui che un bel gioco,
e per gli uomini che ne fanno
al tramonto un lieto fuoco.


Gianni Rodari

martedì, novembre 12, 2024

Figli

Perché non si fanno più figli?
La domanda è malposta e va ribaltata:
perché si fanno figli?
Si fanno i figli per amore, si dice,
ma amore verso chi?
Si pensa alle relazioni uno a uno,
ma riguarda la relazione io-mondo.
E se non si può "amare il mondo" in astratto,
occorre un volto, una persona concreta,
che si vede nascere e crescere.
Proprio nell'amore generazionale oltre che generativo
c'è la cura della storia.
E allora: perché non si fanno più figli?
La mia risposta: perché non siamo più
connessi con la storia,
non amiamo più
la storicità della nostra esistenza;
più che simboli viventi,
come diceva Padre Vidal,
siamo simulacri senza storia.


Marco Maio, Il Secolo XIX

lunedì, novembre 11, 2024

L'attenzione

L'attenzione
consiste nel sospendere il proprio pensiero,
nel lasciarlo disponibile,
vuoto e permeabile all'oggetto,
nel mantenere in se stessi,
in prossimità del pensiero ma a un livello inferiore,
e senza che vi sia contatto,
le diverse conoscenze acquisite
che si è costretti a utilizzare.
E soprattutto il pensiero deve essere vuoto,
in attesa, non deve cercare alcunché,
ma essere pronto ad accogliere
nella sua nuda verità
l'oggetto che sta per penetrarvi.


Simone Weil, "Attesa di Dio" (Adelphi)

domenica, novembre 10, 2024

versetto 32

Chiunque uccida un uomo,
sarà come se avesse ucciso l'umanità intera.
E chi ne abbia salvato uno,
sarà come se avesse salvato tutta l'umanità.


Versetto 32 della sura V del Corano
Younis Tawfik, "L'Isis raccontato da mia madre" (Oligo, pagine 172, euro 16,00)

sabato, novembre 09, 2024

domande

  Il motivo per cui non risponderanno mai alla domanda
"Come è possibile che sia accaduto?"
è che è una domanda malposta.
Data l'umanità
la domanda è
"Perché non accade più spesso".

Woody Allen, "Hannah e le sue sorelle"

venerdì, novembre 08, 2024

Cosa diavolo...

Dentro una persona anziana

c'è una persona più giovane

che si sta chiedendo

cosa diavolo sia successo.

 

Terry Pratchett

giovedì, novembre 07, 2024

Ribelle

Da giovane sono stato ribelle

e ora continuo ad esserlo.

Infatti, non ho voglia di protestare per tutto

senza dare una soluzione positiva,

non ho voglia di riempire di disordine la vita.

Mi ribello contro tutto questo!

Voglio comportarmi come un uomo che sa

di avere un destino eterno e inoltre

passare per la vita facendo il bene

che è in mio potere fare,

comprendendo,

scusando,

perdonando,

convivendo...

Questa è la mia ribellione!

Sicché oggi sono più ribelle di chiunque altro.

Tu sii molto ribelle, che non è male...


Josemarìa Escrivà

mercoledì, novembre 06, 2024

martedì, novembre 05, 2024

I nomi delle strade

Le strade sono

tutte di Mazzini, di Garibaldi,

son dei papi,

di quelli che scrivono,

che danno degli ordini, che fanno la guerra.

E mai che ti capiti di vedere

via di uno che faceva i berretti

via di uno che stava sotto un ciliegio

via di uno che non ha fatto niente

perché andava a spasso

sopra una cavalla.

E pensare che il mondo

è fatto di gente come me

che mangia il radicchio

alla finestra

contenta di stare, d'estate,

a piedi nudi.

 

Nino Pedretti, "I nomi delle strade"

(citato da Nicola Bultrini, L'Osservatore Romano)

lunedì, novembre 04, 2024

Vittorie e sconfitte

Vincere e perdere

sono due verbi che sembrano opporsi tra loro:

a tutti piace vincere e a nessuno piace perdere.

La vittoria contiene un brivido

che è persino difficile da descrivere,

ma anche la sconfitta ha qualcosa di meraviglioso.

Per chi è abituato a vincere,

la tentazione di sentirsi invincibili è forte:

la vittoria, a volte, può rendere arroganti

e condurre a pensarsi arrivati.

La sconfitta, invece, favorisce la meditazione:

ci si chiede il perché della sconfitta,

si fa un esame di coscienza,

si analizza il lavoro fatto.

Ecco perché, da certe sconfitte,

nascono delle bellissime vittorie:

perché, individuato lo sbaglio,

si accende la sete del riscatto.

Mi verrebbe da dire che chi vince

non sa che cosa si perde.

Non è solo un gioco di parole:

chiedetelo ai poveri.


Papa Francesco, gennaio del 2021, intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport

 

 

domenica, novembre 03, 2024

Preghiera

Spesso la nostra preghiera

è banale, annoiata

perché di fatto non c'è dentro

l'intuizione della bellezza,

non sappiamo cosa chiedere,

non vediamo neanche cosa sia necessario.

E allora giù a far preghiere, liturgie e riti

senza sapere neanche perché,

giusto per fare il proprio dovere

e aver pagato la tassa a Dio.

Fa bene chiedersi:

e io come cerco il Signore?

E per che cosa lo cerco?

 

Missionari della via

sabato, novembre 02, 2024

Al di là della notte

Noi umani non ci rendiamo conto

del coraggio che abbiamo salutando i morti;

della speranza che nutriamo

congedandoci dai morti;

siamo come i genitori

che danno la "Buonanotte" ai loro bambini.

Salutando i morti,

gettiamo il cuore al di là della notte,

oltre la morte.

 

Giovanni Cesare Pagazzi "Cosa può un saluto?" (San Paolo, 2024)

 

venerdì, novembre 01, 2024

Forse i defunti...

Forse in cielo i defunti si vantano di come sono morti:

- Io sono morto d'influenza.

- E io di raffreddore.

- E io non so più di che, perchè spesso

   si muore non di ciò di cui ci si ammala.

- A me il cuore ha cessato di battere.

- E a me ha dato un calcio un cavallo.

- E io sono volato dalla finestra.

- Ho inghiottito un ago.

- Sono stato soffocato da un cetriolo.

- Sono morto, perché non avevo la medicina.

- E io sono morto, perché avevo troppe medicine.

- Mi sono sbagliato e mi hanno avvelenato i funghi.

- E io perché giocavo coi fiammiferi ed è bruciata la casa.

- E io neanche mi sono accorto di essere morto.

Tutti però ammutiscono quando giunge Padre Massimiliano Kolbe,

delegato all'inferno come Angelo Custode,

Padre Kolbe che nemmeno al buio

ha perso la luminosità del volto, e dice:

- E io sono morto perché non mi curavo di me, ma degli altri.

 

Jan Twardowski