Ma la speranza, dice Dio, ecco quello che mi stupisce.
Me stesso.
Questo è stupefacente.
Che quei poveri figli vedano come
vanno le cose e che credano
che andrà meglio domattina.
Che vedano come vanno le cose oggi
e che credano che andrà
meglio domattina.
Questo è stupefacente ed è proprio la
più grande meraviglia
della nostra grazia.
E io stesso ne sono stupito.
E bisogna che la mia grazia sia in effetti di una forza incredibile.
E che sgorghi da una fonte e come
un fiume inesauribile.
Da quella prima volta che sgorgò e
da sempre che sgorga.
Perché le mie tre virtù, dice Dio.
Le tre virtù mie creature.
Sono esse stesse come le mie altre
creature .
Della razza degli uomini.
La Fede è una Sposa fedele.
La Carità è una Madre.
La Speranza è una bambina da nulla.
Che è venuta al mondo il giorno di
Natale dell'anno scorso.
Che gioca ancora con babbo Gennaio.
Eppure è questa bambina che traverserà i mondi.
Questa bambina da nulla.
Lei sola, portando le altre, che traverserà i mondi compiuti.
Come la stella ha guidato i tre re fin
dal fondo dell'Oriente.
Verso la culla di mio figlio.
Così una fiamma tremante.
Lei sola guiderà le Virtù e i Mondi.
Una fiamma bucherà delle tenebre
eterne…
La piccola speranza avanza tra le sue
due sorelle grandi
e non si nota neanche…
E non si fa attenzione, il popolo cristiano non fa attenzione
che alle due sorelle grandi.
La prima e l'ultima.
E non vede quasi quella che è in
mezzo.
La piccola, quella che va ancora a
scuola.
E che cammina.
Persa nelle gonne delle sue sorelle.
E crede volentieri che siano le due
grandi che tirino la piccola per la mano.
In mezzo.
Tra loro due.
Per farle fare quella strada accidentata della salvezza.
Ciechi che sono che non vedono invece
Che è lei nel mezzo che si tira dietro
le sue sorelle grandi.
E che senza di lei loro non sarebbero
nulla.
Se non due donne già anziane.
Due donne di una certa età.
Sciupate dalla vita.
È lei, quella piccina, che trascina tutto.
Perché la Fede non vede che quello
che è.
E lei vede quello che sarà.
La Carità non ama che quello che è.
E lei, lei ama quello che sarà.
Dio ci ha fatto speranza. Ha cominciato. Ha sperato che l'ultimo dei
peccatori,
Che il più infimo dei peccatori lavorasse almeno un po' alla sua salvezza,
Sia pure poco, poveramente,
Che se ne sarebbe occupato un po'.
Lui ha sperato in noi, sarà detto che
noi non spereremo in lui?
Dio ha posto la sua speranza, la sua
povera speranza in ognuno di noi,
nel più infimo dei peccatori. Sarà
detto che noi infimi, che noi peccatori, saremo noi che non porremo la
nostra speranza in lui?
Dio ci ha affidato suo figlio, ahimé,
ahimè. Dio ci ha affidato la nostra
salvezza, la cura della nostra salvezza. Ha fatto dipendere da noi e suo
Figlio e la nostra salvezza, e anche la
sua speranza stessa; e noi non riporremo la nostra speranza in lui?
Da «Il portico del mistero della seconda virtù» di Charles Péguy (2011).
L'Osservatore Romano, 16 aprile 2022
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