sabato, dicembre 30, 2017

Paure

Paura di essere disturbati, paura della diversità, paura che ci facciano "perdere tempo", paura che ci chiedano qualcosa, paura che ci rubino qualcosa, paura che sappiano i "fatti nostri", paura che si "approfittino", paura che l'altro sia un "problema" … E ci accorgiamo - tragicamente - che la più grande delle povertà non è restare senza niente ma… senza nessuno.   Antonietta Potente

venerdì, dicembre 29, 2017

Ogni anima onesta

Chiamo servo di Dio ogni anima onesta che, anche senza una fede positiva, lavora per l'ideale. Sorella Maria di Campello

giovedì, dicembre 28, 2017

Città vecchia

Spesso, per ritornare alla mia casa

prendo un'oscura via di città vecchia.

Giallo in qualche pozzanghera si specchia

qualche fanale, e affollata è la strada.

Qui tra la gente che viene che va

dall'osteria alla casa o al lupanare,

dove son merci e uomini il detrito

di un gran porto di mare,

io ritrovo, passando, l'infinito

nell'umanità.

Qui prostituta e marinaio, il vecchio

che bestemmia, la femmina che bega,

il dragone che siede alla bottega

del friggitore,

la tumultuante giovane impazzita

d'amore,

son tutte creature della vita

e del dolore;

s'agita in esse, come in me, il Signore.

Qui degli umili sento in compagnia

Il mio pensiero farsi più puro dove più turpe

è la via.

 

Umberto Saba, "Città vecchia", Antologia del "Canzoniere", Einaudi


venerdì, dicembre 22, 2017

Colloquio notturno

E quando la notte fonda

ha già inghiottito uomini e case

una cella mi accoglie

esule dal mondo. Gli altri

nulla sanno di questa mia pace,

di questi appuntamenti.

Forse neppure io saprei

ridire l'itinerario del giorno

ripetere la danza del mio amore.

Quasi nulla avanza di me la sera:

poche ossa, poca carne

odorosa di stanchezza,

curvata sotto il peso

di paurose confidenze.

Allora egli mi attende solo,

a volte seduto sulla sponda del letto,

a volte abbandonato sul parapetto

della grande finestra. E iniziamo

ogni notte il lungo colloquio.

Io divorato dagli uomini, da me stesso, a sgranare

ogni notte il rosario

della mia disperata leggenda.

Ed egli a narrarmi ogni notte

la sua infinita pazienza.

E poi all'indomani io, a correre

a dire il messaggio incredibile,

ed egli fermo al margine della strada

a vivere d'accattonaggio.

 

David Maria Turoldo, "Colloquio notturno"

giovedì, dicembre 21, 2017

Mi fermo un momento a guardare

Non correre. Fermati. E guarda.

Guarda con un solo colpo dell'occhio

la formica vicino alla ruota dell'auto veloce

che trascina adagio adagio un chicco di pane

e così cura paziente il suo inverno.

Guarda. Fermati. Non correre.

Tira il freno alza il pedale

abbassa la serranda dell'inferno.

Guarda nel campo fra il grano

lento e bianco il fumo di un camino

con la vecchia casa vicina al grande noce.

Non correre veloce. Guarda ancora.

Almeno per un momento.

Guarda il bambino che passa

tenendo la madre per mano

il colore dei muri delle case

le nuvole in un cielo solitario e saggio

le ragazze che transitano

in un raggio di sole

il volto con le vene di mille anni

di una donna o di un uomo

venuti come Ulisse dal mare.

Fermati. Per un momento.

Prima di andare.

Ascoltiamo le grida d'amore

o le grida d'aiuto

il tempo trascinato nella polvere del mondo

se ti fermi e ascolti non sarai mai perduto.

 

"Mi fermo un momento a guardare", Roberto Roversi


 

 

 

mercoledì, dicembre 20, 2017

La preghiera si svuota

Protesa nell'inconoscibile

la preghiera si svuota

sommessa

affievolisce

abbraccia il silenzio

 

Gianni Paglieri, "Da inesplorate regioni"

 

martedì, dicembre 19, 2017

Un nuovo punto di prospettiva

Puoi, in un giorno

scoprire un nuovo punto

di prospettiva;

puoi scoprire, cercando, quanto non hai appreso in una vita:

dentro di te, o in quanto pare fuori -

non arrivi soltanto alla tua pelle.

Un giorno:

può essere un granello

di sabbia nella spiaggia, o nel deserto,

può essere Hiroshima

o il giorno in cui tu nasci.

 

Da "Poema umano", 1974, di Danilo Dolci

lunedì, dicembre 18, 2017

Cercate di fare il bene

Cercate di fare bene oggi senza pensare al giorno seguente, poi, il giorno seguente, cercate di fare lo stesso. San Francesco di Sales

 

venerdì, dicembre 15, 2017

Nel giardino della solitudine

Nel giardino della solitudine crescono due generi di frutti. Vi si possono trovare il riposo, la disponibilità a riflettere e a discernere; il tempo di ricordare e progettare con serenità;  la opportunità di conoscersi e di conoscere al di là delle apparenze, ecc. Accanto a questi frutti ne crescono altri amari,  velenosi. La solitudine, infatti, può generare sfiducia, depressione, insoddisfazione pessimismo, egoismo, rivalità, ecc.  Nell'aiuola della solitudine si possono cogliere fiori o rovi. Può trovare fiori chi è solo, raccoglie rovi chi si sente solo.  Fra' Angelo Grande

giovedì, dicembre 14, 2017

L'opinione degli altri

L'opinione degli altri non vale il sacrificio di uno solo dei nostri desideri. Anatole France

 

martedì, dicembre 12, 2017

Patrimonio

Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo.  Manoscritto di Baltimora

lunedì, dicembre 11, 2017

Imparare

Non denigrare nessuna scienza e nessuna scrittura; non vergognarti d'imparare da chiunque; quando avrai ottenuto il sapere, non disprezzare gli altri. Ugo di San Vittore

sabato, dicembre 09, 2017

Cuore, testa, mano

L'essere umano racchiude tre aspetti: siamo un cuore, una testa e una mano. Con la mano si fanno tante cose; con la testa si può capire, acquisire conoscenze e trasmetterle alla mano; poi abbiamo questo cuore, molto vulnerabile, capace d'amare, capace d'impegno, capace di relazioni, capace anche di paura, capace di egoismo, capace di chiudersi nel suo piccolo mondo e di utilizzare la mano non per dare ma per prendere; di utilizzare l'intelligenza non per creare un mondo migliore, ma per prendere le cose della terra e utilizzare le persone per sé. Jean Vanier


 

mercoledì, dicembre 06, 2017

È questo trepidante cercare

È questo trepidante cercare

che affatica,

questo affannoso indagare

che addolora,

questo inquieto esplorare

che tormenta.

 

È la marea che ritorna

che svela l'abisso

e lascia in secca relitti

e scafi corrosi dal tempo.

 

È lo scoglio scavato

che il mare sommerge

e affoga in silenzio.

 

Gianni Paglieri, "Da inesplorate regioni"


 

 

 

 

 

 

martedì, dicembre 05, 2017

Sempreverde

Non fingere negli affetti. Non ostentare cinismo verso l'amore perché, pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempreverde. Manoscritto di Baltimora

 

lunedì, dicembre 04, 2017

La coscienza

La coscienza ha un divenire storico nei singoli e nell'umanità. Essa comincia a formarsi sin dalla più tenera età, tra le braccia del papà e della mamma, comincia a formarsi nella scuola, nell'oratorio; sono i genitori e gli educatori a formare la coscienza. Carlo Maria Martini