Paura di essere disturbati, paura della diversità, paura che ci facciano "perdere tempo", paura che ci chiedano qualcosa, paura che ci rubino qualcosa, paura che sappiano i "fatti nostri", paura che si "approfittino", paura che l'altro sia un "problema" … E ci accorgiamo - tragicamente - che la più grande delle povertà non è restare senza niente ma… senza nessuno. Antonietta Potente
Come nasce questo blog? Da Claudio che invia regolarmente una e-mail ai suoi amici con brani acchiappati qua e la. Testi che aiutano a riflettere a farsi delle domande o a cercare delle risposte non banali, non conformiste, non retoriche. Al mio invito di raccoglierle in un blog, Claudio ha risposto più o meno...." se vuoi pensaci tu" E io ho raccolgo la sfida!
sabato, dicembre 30, 2017
venerdì, dicembre 29, 2017
Ogni anima onesta
Chiamo servo di Dio ogni anima onesta che, anche senza una fede positiva, lavora per l'ideale. Sorella Maria di Campello
giovedì, dicembre 28, 2017
Città vecchia
Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un'oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene che va
dall'osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci e uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l'infinito
nell'umanità.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d'amore,
son tutte creature della vita
e del dolore;
s'agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
Il mio pensiero farsi più puro dove più turpe
è la via.
Umberto Saba, "Città vecchia", Antologia del "Canzoniere", Einaudi
venerdì, dicembre 22, 2017
Colloquio notturno
E quando la notte fonda
ha già inghiottito uomini e case
una cella mi accoglie
esule dal mondo. Gli altri
nulla sanno di questa mia pace,
di questi appuntamenti.
Forse neppure io saprei
ridire l'itinerario del giorno
ripetere la danza del mio amore.
Quasi nulla avanza di me la sera:
poche ossa, poca carne
odorosa di stanchezza,
curvata sotto il peso
di paurose confidenze.
Allora egli mi attende solo,
a volte seduto sulla sponda del letto,
a volte abbandonato sul parapetto
della grande finestra. E iniziamo
ogni notte il lungo colloquio.
Io divorato dagli uomini, da me stesso, a sgranare
ogni notte il rosario
della mia disperata leggenda.
Ed egli a narrarmi ogni notte
la sua infinita pazienza.
E poi all'indomani io, a correre
a dire il messaggio incredibile,
ed egli fermo al margine della strada
a vivere d'accattonaggio.
David Maria Turoldo, "Colloquio notturno"
giovedì, dicembre 21, 2017
Mi fermo un momento a guardare
Non correre. Fermati. E guarda.
Guarda con un solo colpo dell'occhio
la formica vicino alla ruota dell'auto veloce
che trascina adagio adagio un chicco di pane
e così cura paziente il suo inverno.
Guarda. Fermati. Non correre.
Tira il freno alza il pedale
abbassa la serranda dell'inferno.
Guarda nel campo fra il grano
lento e bianco il fumo di un camino
con la vecchia casa vicina al grande noce.
Non correre veloce. Guarda ancora.
Almeno per un momento.
Guarda il bambino che passa
tenendo la madre per mano
il colore dei muri delle case
le nuvole in un cielo solitario e saggio
le ragazze che transitano
in un raggio di sole
il volto con le vene di mille anni
di una donna o di un uomo
venuti come Ulisse dal mare.
Fermati. Per un momento.
Prima di andare.
Ascoltiamo le grida d'amore
o le grida d'aiuto
il tempo trascinato nella polvere del mondo
se ti fermi e ascolti non sarai mai perduto.
"Mi fermo un momento a guardare", Roberto Roversi
mercoledì, dicembre 20, 2017
La preghiera si svuota
Protesa nell'inconoscibile
la preghiera si svuota
sommessa
affievolisce
abbraccia il silenzio
Gianni Paglieri, "Da inesplorate regioni"
martedì, dicembre 19, 2017
Un nuovo punto di prospettiva
Puoi, in un giorno
scoprire un nuovo punto
di prospettiva;
puoi scoprire, cercando, quanto non hai appreso in una vita:
dentro di te, o in quanto pare fuori -
non arrivi soltanto alla tua pelle.
Un giorno:
può essere un granello
di sabbia nella spiaggia, o nel deserto,
può essere Hiroshima
o il giorno in cui tu nasci.
Da "Poema umano", 1974, di Danilo Dolci
lunedì, dicembre 18, 2017
Cercate di fare il bene
Cercate di fare bene oggi senza pensare al giorno seguente, poi, il giorno seguente, cercate di fare lo stesso. San Francesco di Sales
venerdì, dicembre 15, 2017
Nel giardino della solitudine
Nel giardino della solitudine crescono due generi di frutti. Vi si possono trovare il riposo, la disponibilità a riflettere e a discernere; il tempo di ricordare e progettare con serenità; la opportunità di conoscersi e di conoscere al di là delle apparenze, ecc. Accanto a questi frutti ne crescono altri amari, velenosi. La solitudine, infatti, può generare sfiducia, depressione, insoddisfazione pessimismo, egoismo, rivalità, ecc. Nell'aiuola della solitudine si possono cogliere fiori o rovi. Può trovare fiori chi è solo, raccoglie rovi chi si sente solo. Fra' Angelo Grande
giovedì, dicembre 14, 2017
L'opinione degli altri
L'opinione degli altri non vale il sacrificio di uno solo dei nostri desideri. Anatole France
martedì, dicembre 12, 2017
Patrimonio
Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo. Manoscritto di Baltimora
lunedì, dicembre 11, 2017
Imparare
Non denigrare nessuna scienza e nessuna scrittura; non vergognarti d'imparare da chiunque; quando avrai ottenuto il sapere, non disprezzare gli altri. Ugo di San Vittore
sabato, dicembre 09, 2017
Cuore, testa, mano
L'essere umano racchiude tre aspetti: siamo un cuore, una testa e una mano. Con la mano si fanno tante cose; con la testa si può capire, acquisire conoscenze e trasmetterle alla mano; poi abbiamo questo cuore, molto vulnerabile, capace d'amare, capace d'impegno, capace di relazioni, capace anche di paura, capace di egoismo, capace di chiudersi nel suo piccolo mondo e di utilizzare la mano non per dare ma per prendere; di utilizzare l'intelligenza non per creare un mondo migliore, ma per prendere le cose della terra e utilizzare le persone per sé. Jean Vanier
mercoledì, dicembre 06, 2017
È questo trepidante cercare
È questo trepidante cercare
che affatica,
questo affannoso indagare
che addolora,
questo inquieto esplorare
che tormenta.
È la marea che ritorna
che svela l'abisso
e lascia in secca relitti
e scafi corrosi dal tempo.
È lo scoglio scavato
che il mare sommerge
e affoga in silenzio.
Gianni Paglieri, "Da inesplorate regioni"
martedì, dicembre 05, 2017
Sempreverde
Non fingere negli affetti. Non ostentare cinismo verso l'amore perché, pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempreverde. Manoscritto di Baltimora
lunedì, dicembre 04, 2017
La coscienza
La coscienza ha un divenire storico nei singoli e nell'umanità. Essa comincia a formarsi sin dalla più tenera età, tra le braccia del papà e della mamma, comincia a formarsi nella scuola, nell'oratorio; sono i genitori e gli educatori a formare la coscienza. Carlo Maria Martini