La povertà è un valore solo se è scelta, altrimenti diventa miseria. E a una persona che vive la miseria non puoi permetterti di dire che la povertà è una virtù. Oggi ai poveri, soprattutto ai ragazzi, non puoi dare abiti usati: devi dare i soldi per comprare abiti nuovi. E cerchi di educarli a ragionare su come usano i soldi. Il modo di vivere la povertà oggi è soprattutto l'umiltà. Umiltà viene da humus, terra, è la capacità di restare agganciati alla realtà. E per noi francescani la realtà è sempre buona, nonostante tutto. Quindi la povertà oggi è la capacità di lodare Dio nonostante tutto. La carità resta un buon modo per entrare in contatto con il fratello, per condividere. Però ci sono tante forme nuove di condivisione: tentare di costruire città con meno barriere individuali e più spazi di socialità e aggregazione; guardare all'altra sponda del Mediterraneo con maggiore apertura; tentare di costruire ponti tra pubblico e privato, senza fare convegni e teorie, ma nel silenzio delle opere quotidiane. La nostra povertà è uno strumento, non un fine: Francesco insegna a non giudicare nessuno, a non guardare con disprezzo chi vive nel lusso. La nostra tradizione è quella della riconciliazione. Padre Giampiero Gambaro, cappuccino, da un'intervista a"Vita"
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