Il Medio-Oriente è lo specchio del mondo intero dedito alla competizione.
Non basta condannare la guerra, bisogna uscire noi per primi dalla sua logica. Per farlo occorre smettere di pensare alla pace solo come a una meta. Questo la fanno anche i violenti, dicendo di combattere per realizzarla.
La Pace deve valere anzitutto come metodo tramite l'azione nonviolenta. Ecco l'alternativa all'impotenza di chi sa solo distruggere. "Metodo" significa via. La via è data da mezzi in se stessi pacifici, dal dialogo allo sciopero, dal diritto alla diplomazia, dalla pressione economica alla diffusione di idee e informazioni. Qualche esempio?
Revocare il consenso a chi organizza dominio e guerra. Educare nella e alla pace. Interporsi per mediare tra quelli che si odiano. Rinunciare al cinismo e imparare a sperare non per se, ma per tutti. Relativizzare in ogni campo le differenze che pretendono di spezzare il legame dell'umanità comune e credere in ciò che ci unisce. Spingersi, nella pratica del volontariato, sino alla promozione della giustizia sociale. Introdurre nei comportamenti economici la logica della cooperazione, disobbedendo alla stolta regola della competizione universale. Praticare l'ospitalità. Fare del sistema giuridico una leva di cambiamento verso la giustizia per tutti. Rispondere all'oppressione con la non-collaborazione e con la rivolta non-violenta. Soprattutto, fare politica per costruire la pace ogni giorno, lì dove si vive come nel mondo, dando attuazione ai diritti umani a partire dai diritti degli altri.
La svolta si chiude adottando la pace come metodo di vita. Roberto Mancini - Avvenire
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