La voce di Dio è sottile, quasi inavvertibile, è appena un ronzio.
Se ci si abitua, si riesce a sentirla dappertutto.
Clemente Rebora
Come nasce questo blog? Da Claudio che invia regolarmente una e-mail ai suoi amici con brani acchiappati qua e la. Testi che aiutano a riflettere a farsi delle domande o a cercare delle risposte non banali, non conformiste, non retoriche. Al mio invito di raccoglierle in un blog, Claudio ha risposto più o meno...." se vuoi pensaci tu" E io ho raccolgo la sfida!
La voce di Dio è sottile, quasi inavvertibile, è appena un ronzio.
Se ci si abitua, si riesce a sentirla dappertutto.
Clemente Rebora
Manda, Signore,
ancora profeti,
uomini certi di Dio,
uomini
dal cuore in fiamme
a dire ai poveri
di sperare ancora
David Maria Turoldo
«La voce di Dio è sottile, quasi inavvertibile, è appena un ronzio.
Se ci si abitua, si riesce a sentirla dappertutto»
Clemente Rebora
Voi venite da lontano. C'è qualcuno che ha due tuniche e qualcuno che ha provviste: accorgetevi dunque di chi non ha nemmeno una tunica per la notte e non ha da mangiare. Non importa se ha torto o ragione, se è immigrato regolare o no: nella situazione in cui sei cerca di dividere quello che hai. Non fare esaltanti progetti per quando sarai ricco o per quando ti sentirai pronto e generoso: dividi adesso qualcosa di tuo con la persona concreta che incontri.
M.Zattoni – G.Gillini, "Interno familiare C"
"Se non ci fossero i sognatori!
Il problema non è che ce ne sono troppi, ma troppo pochi!
Non c'è bisogno di gente che cammina tra le nuvole,
ma di gente che coltiva l'utopia, culla l'utopia,
che fa i sogni diurni, quelli che si realizzano.
Siamo diventati troppo praticoni, troppi realisti,
troppo abituati a camminare con i piedi per terra…
Sento che il sogno precede sempre l'aurora e
se non ci spenzoliamo sul versante dei sogni
tutto il resto sarà una cabala di leggi che si complicano"
Don Tonino Bello
S.Kierkegaard
Ci sono momenti in cui un laico cristiano, o sa conservare nello stile di vita l'originalità delle sue scelte, o il suo cristianesimo diventa una proclamazione di principio o una semplice appartenenza culturale. Il banco di prova dell'essere cristiani è nell'originalità di alcune scelte controcorrente che riguardano il modo con cui si imposta la vita di famiglia o in cui si sceglie un lavoro, seguendo non solo il criterio della carriera o dello stipendio; al modo con cui si spendono i soldi o si consuma; al modo in cui si vivono affetti e sentimenti; si utilizzano le risorse, tempo, energia, casa.
P.Bignardi – "Esiste ancora il laicato?"
"Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro.
Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano
sono penne e matite"
Iqbal Masih
Tutte le decisioni che impegnano delle vite umane sono prese da coloro che non rischiano niente.
Simone Weil, Lezioni di filosofia, Adelphi, 1999
Per me è difficile perdonare qualcuno che mi ha veramente offeso, soprattutto se la cosa si ripete. Comincio a dubitare della sincerità di uno che chiede perdono una seconda, una terza e una quarta volta. Dio, invece, non tiene i conti. Dio attende solo il nostro ritorno, senza risentimento né desiderio di vendetta. Forse il motivo per cui appare difficile per me perdonare gli altri, sta nel fatto che non credo pienamente di essere una persona perdonata. Se accettassi pienamente di essere stato perdonato e di non dover vivere con i sensi di colpa o con la vergogna, allora sarei veramente libero. La mia libertà mi permetterebbe di perdonare gli altri. Non perdonando, m'incateno al desiderio di pareggiare i conti, perdendo così la mia libertà. Una persona perdonata perdona.
Henri J.M. Nouwen
(Ignacio Pichardo Pagaza)
"Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo!
Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo!
Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza.
Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità!
Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso, e nulla ho toccato di più duro, di più generoso, di più bello.
Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima, e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.
No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te.
E poi, dove andrei? A costruirne un'altra?
Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò sarà la Mia Chiesa, non più quella di Cristo.
L'altro ieri un amico ha scritto una lettera ad un giornale: "Lascio la Chiesa perché, con la sua compromissione con i ricchi non è più credibile". Mi fa pena!
O è un sentimentale che non ha esperienza e lo scuso; o è un orgoglioso che crede di essere migliore degli altri.
Nessuno di noi è credibile finché è su questa terra. (…)
"Quando ero giovane non capivo perché Gesù, nonostante il rinnegamento di Pietro, lo volle capo, suo successore, primo papa. Ora non mi stupisco più e comprendo sempre meglio che avere fondato la Chiesa sulla tomba di un traditore, di un uomo che si spaventa per le chiacchiere di una serva, era un avvertimento continuo per mantenere ognuno di noi nella umiltà e nella coscienza della propria fragilità.
No, non vado fuori di questa Chiesa fondata su una pietra così debole, perché ne fonderei un'altra su una pietra ancora più debole che sono io".